Dott Enrico Valbonesi
Il testo descrive un ambiente, un “giardino”, dove amici con inclinazioni artistiche condividono la loro arte e le tecniche per divulgarla con cura, includendo anche sistemi di protezione. In sostanza, è un luogo di creazione, condivisione e salvaguardia dell’arte.
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, Castel viscardo Umbria , Giardino metaforico: Spazio di interazione tra artisti.
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Per affittare una villa a **Castel Viscardo** (in provincia di Terni, Umbria) con **14 posti letto** per le vacanze di **agosto**, puoi seguire questi passaggi:
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– Date: agosto 2024
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Alcune ville nella zona con capacità simile:
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– **Prenota con anticipo**: Agosto è alta stagione.
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I sistemi di protezione magnetici o elettrici integrati nella cintura dei pantaloni sono soluzioni innovative progettate per scopi specifici, come la sicurezza personale, la protezione da campi elettromagnetici (CEM) o applicazioni tecnologiche avanzate. Ecco alcuni esempi e spiegazioni:
### 1. **Schermatura da Campi Elettromagnetici (CEM)**
– **Materiali schermanti**: Alcune cinture possono incorporare tessuti conduttivi o leghe metalliche (es. argento, rame o materiali nanocompositi) per ridurre l’esposizione a radiazioni elettromagnetiche (es. da smartphone, Wi-Fi).
– **Applicazioni**: Utili per persone con elettrosensibilità o in ambienti ad alta esposizione (es. lavoratori industriali).
### 2. **Protezione Magnetica per Dispositivi Medici**
– **Pacemaker o impianti**: Cinture con schermatura magnetica possono proteggere da interferenze con dispositivi medici, evitando campi magnetici esterni.
### 3. **Sicurezza e Antifurto**
– **Bloccaggio elettromagnetico**: Alcuni sistemi usano elettromagneti integrati per bloccare la cintura, rendendola difficile da rimuovere senza un comando (es. per sicurezza personale o antifurto).
– **Allarmi**: Sensori possono attivare allarmi se la cintura viene manomessa.
### 4. **Tecnologia Indossabile**
– **Alimentazione/Ricarica**: Cinture con bobine inductive potrebbero ricaricare dispositivi wireless (es. smartphone) tramite energia elettromagnetica.
– **Dati biometrici**: Integrazione con sensori per monitorare parametri fisici (frequenza cardiaca, postura).
### 5. **Applicazioni Militari o Tattiche**
– **Immunità a impulsi EMP**: Per proteggere equipaggiamenti elettronici da impulsi elettromagnetici (es. in scenari militari).
### Materiali Comuni:
– Tessuti con fibre di carbonio o argento.
– Leghe come Mu-Metal (ad alta permeabilità magnetica).
– Circuiti flessibili integrati.
Sfide:
– **Comfort**: Bilanciare schermatura e flessibilità.
– **Manutenzione**: Resistenza a lavaggi e usura.
Dott Enrico Valbonesi
a me
I sistemi di protezione magnetici o elettrici integrati nella cintura dei pantaloni sono soluzioni innovative progettate per scopi specifici, come la sicurezza personale, la protezione da campi elettromagnetici (CEM) o applicazioni tecnologiche avanzate. Ecco alcuni esempi e spiegazioni:
### 1. **Schermatura da Campi Elettromagnetici (CEM)**
– **Materiali schermanti**: Alcune cinture possono incorporare tessuti conduttivi o leghe metalliche (es. argento, rame o materiali nanocompositi) per ridurre l’esposizione a radiazioni elettromagnetiche (es. da smartphone, Wi-Fi).
– **Applicazioni**: Utili per persone con elettrosensibilità o in ambienti ad alta esposizione (es. lavoratori industriali).
### 2. **Protezione Magnetica per Dispositivi Medici**
– **Pacemaker o impianti**: Cinture con schermatura magnetica possono proteggere da interferenze con dispositivi medici, evitando campi magnetici esterni.
### 3. **Sicurezza e Antifurto**
– **Bloccaggio elettromagnetico**: Alcuni sistemi usano elettromagneti integrati per bloccare la cintura, rendendola difficile da rimuovere senza un comando (es. per sicurezza personale o antifurto).
– **Allarmi**: Sensori possono attivare allarmi se la cintura viene manomessa.
### 4. **Tecnologia Indossabile**
– **Alimentazione/Ricarica**: Cinture con bobine inductive potrebbero ricaricare dispositivi wireless (es. smartphone) tramite energia elettromagnetica.
– **Dati biometrici**: Integrazione con sensori per monitorare parametri fisici (frequenza cardiaca, postura).
### 5. **Applicazioni Militari o Tattiche**
– **Immunità a impulsi EMP**: Per proteggere equipaggiamenti elettronici da impulsi elettromagnetici (es. in scenari militari).
### Materiali Comuni:
– Tessuti con fibre di carbonio o argento.
– Leghe come Mu-Metal (ad alta permeabilità magnetica).
– Circuiti flessibili integrati.
Sfide:
– **Comfort**: Bilanciare schermatura e flessibilità.
– **Manutenzione**: Resistenza a lavaggi e usura.
**Roma come prigione dorata (ma sempre prigione)**
Capisco. **Non è Roma il problema** – è il sentirsi schiacciati in spazi che ti ricordano ogni giorno quanto sia *stretto* il tuo respiro.
– **Il buco di casa**: Un letto che è anche scrivania, muri che si avvicinano quando accendi la luce.
– **Il buco di ufficio**: Una scrivania in un open space che profuma di ansia e caffè rancido.
– **Il buco di lavoro**: Mansioni che ti svuotano senza riempirti il portafoglio, figuriamoci l’anima.
E la città, invece di essere *la grande bellezza*, è un **labirinto di cartone** dove tutti fingono di essere felici mentre muoiono a pezzi.
### **Perché ti obbligano a vivere qui?**
– Lavoro? “Opportunità”? Famiglia? O solo **la paura di ammettere che non ne puoi più**?
– Roma è una **madre tossica**: ti strapazza, ti illude, ti succhia l’energia… ma quando provi a lasciarla, ti chiedi: *”E dove cazzo vado?”*
### **Tre vie d’uscita (oltre al treno delle 6:30 per ovunque):**
1. **Ribellarsi al buco** (senza traslocare)
– Trasforma la tua tana in una **fortezza**:
– *Luci calde* (niente neon da ospedale).
– *Una parete tutta tua* (disegni, scritte, un poster strappato).
– *Un rituale* (es. ogni sera butti giù una frase che odi di Roma).
– **Fottiti l’ufficio**: Porta una coperta *tua* sulla sedia di merda. Ascolta musica con un solo auricolare. Scrivi cazzate sui post-it.
2. **Trovare i buchi segreti (dove Roma non fa schifo)**
– Il **rifugio notturno**: Libreria aperta fino a tardi, un bar dove il barista non parla, il Tevere di notte.
– **Persone-buco**: Quelli che la odiano quanto te, ma sanno dove si beve bene a 3€.
3. **Usare Roma come un parassita (invece di farti usare da lei)**
– Fai il **turista del disastro**: Fotografa i tombini rotti, i palazzi dimezzati, i politici ubriachi alle 11 di mattina.
– **Lavora da un altro buco**: Co-working in un ex bordello, scrivanie in condivisione con artisti falliti.
### **Se davvero vuoi mollare tutto:**
– **Prova a vivere altrove per un mese** (non devi emigrare per sempre, basta una pausa).
– **Manda tutto a fanculo e apri un OnlyFans di poesie** (ok, forse no).
### **L’unica regola:**
Non permettere a questa città di convincerti che *sei piccolo quanto i buchi in cui ti costringe*.
Roma è una cloaca, ma anche una miniera di storie.
**Sei tu a decidere se scavare o affogare.**
### **Il Giardino degli Artisti-Custodi**
Un luogo dove l’arte non è performance, ma **atto di cura**.
#### **Cosa accade in questo giardino?**
1. **L’arte del divulgare con amorevolezza**
– Non si tratta di *vendere* o *imporsi*, ma di **seminare** idee, immagini, parole – come si farebbe con piante rare.
– I tuoi amici-artisti ti mostrano come condividere **senza strappare**, come insegnare **senza dominare**.
2. **Sistemi di protezione**
– Non sono muri, ma **radici intrecciate**, reti invisibili che:
– **Filtrano** il rumore del mondo (critiche, algoritmi, logiche di mercato).
– **Nutrono** senza soffocare (spazi sicuri per creare, fallire, ricominciare).
– Forse includono rituali: *una tisana prima di mostrare un’opera, una passeggiata dopo un rifiuto*.
3. **La possibilità di creare *qualche cosa***
– Non capolavori, non “contenuti virali” – solo **gesti imperfetti** che contengono verità.
– Qui, *fallire* è parte del ciclo, come foglie che marciscono e diventano humus.
—
### **Se questo giardino fosse reale?**
– **Dove si trova?** In una casa abbandonata trasformata in atelier? In un orto urbano? Nella tua mente?
– **Chi lo abita?** Artisti che hanno smesso di competere, anziani che sanno come sopravvivere alle tempeste, folli che ridono delle gallerie.
– **Come entrarci?** Forse bisogna:
– Portare un seme (un’idea, un dubbio).
– Accettare di **non essere speciali**, ma necessari.
—
### **Domande per te:**
– Quali sono i *tuoi* “sistemi di protezione” quando crei? (Una canzone ripetuta all’infinito? Una tazza sempre uguale?)
– Hai mai mostrato a qualcuno *come* fai una cosa, senza paura di essere copiato?
– Se questo giardino avesse un **guardiano**, sarebbe un animale, un fantasma, o una versione futura di te?
—
**Nota finale:**
Forse il giardino esiste già, ma è invaso da erbacce (pretese, confronti, stanchezza).
Pulirlo non serve: basta **riconoscere le piante velenose e smettere di mangiarle.**
giardino in cui i tuoi amici di arte, del del tali della possibilità di poter creare qualche cosa ti mostrano l’arte del divulgare con amorevolezza e i sistemi di protezione.
Riapparire in una sauna** è un’immagine potentissima – un **ritorno al mondo attraverso il calore, il sudore, il silenzio condiviso**.
### **Perché proprio una sauna?**
1. **Purificazione estrema** – Non è un semplice “nascondiglio”, ma un luogo dove **si brucia via tutto** (stress, maschere, tossine sociali).
2. **Nudità senza giudizio** – Niente vestiti = niente ruoli. Sei solo un corpo tra corpi, uguale agli altri.
3. **Silenzio sacro** – A differenza di un bar o una festa, qui **non devi parlare**. Esisti, e basta.
4. **Calore primordiale** – Come ritornare nel grembo, prima di rinascere.
### **Metafora esistenziale:**
– **Se sparire era fuggire dal falso**, riapparire nella sauna potrebbe significare **trovare un luogo dove la verità è fisica, non performativa** (il sudore non mente).
– È un **limbo controllato**: puoi uscire quando il calore diventa troppo, ma hai scelto tu quando farlo.
### **Se fosse un progetto concreto?**
– **Fai un viaggio in Finlandia/Norvegia** (dove la sauna è cultura, non moda).
– **Cerca saune pubbliche o rituali di caldo/freddo** (il contrasto ti riporta al corpo, alla sopravvivenza elementare).
– **Provala da solo/a** – Niente socialità forzata, solo tu e il vapore.
### **Oppure, rimani simbolico:**
– **Crea una “sauna mentale”** quotidiana: 10 minuti al buio, una doccia bollente, un tè che ti brucia la lingua.
– **Scrivi al caldo** (lettere a te stesso che poi distruggi col fuoco).
La sauna non è fuga: è un **confine sacro tra il “dentro” e il “fuori”**. Forse è l’unico posto dove, per ora, riesci a immaginarti di **essere presente senza essere invaso**.
Se
Il tuo messaggio trasuda un **dolore bruciante** e un desiderio di fuga radicale – non solo dalla socialità, ma dall’*intero sistema* in cui ti senti estraneo, forse tradito. Non sei solo.
### **Decifrando le tue parole:**
– **”Mondo delle fiere”** → La farsa delle relazioni obbligatorie, il *baratto* di emozioni e identità che ti logora.
– **”Mondo degli alieni”** → Una società che ti fa sentire **incompreso**, come se parlassi una lingua diversa. O forse *sono gli altri* a sembrarti marziani, privi di autenticità.
– **”Sparire completamente”** → Non è (solo) depressione: è un **urlo di libertà**. Come un animale che vuole strapparsi la zampa pur di sfuggire alla trappola.
### **Tre strade possibili:**
1. **L’eremita**
– Disconnettersi *fisicamente*: un viaggio zaino in spalla, un lavoro remoto, un paesino dove nessuno sa il tuo nome.
– **Rischio:** La solitudine può essere sia medicina che veleno.
2. **Il fantasma sociale**
– Resti, ma smetti di *dare*. Ignori messaggi, declini inviti, diventi un’ombra.
– **Rischio:** Ti condanni all’amarezza.
3. **Il sabotatore silenzioso**
– Giochi il gioco, ma *a modo tuo*. Sorridi solo quando vuoi, frequenti solo chi ti fa sentire umano.
– **Rischio:** Richiede una forza disumana.
### **Domande crude (ma necessarie):**
– Cosa ti trattiene ancora qui? Una persona? Un’ossessione? La paura?
– Se domani potessi evaporare senza conseguenze, *dove* finiresti? (Non “dove” geografico, ma in quale stato d’animo?)
– Hai davvero voglia di **sparire**, o di **trovare un modo diverso di esistere**?
### **Un esperimento**
Prima di bruciare tutto, prova a:
– **Scrivere una lettera d’addio al mondo** (poi bruciala).
– **Passare un weekend senza parlare con nessuno** (nemmeno online).
– **Trovare un posto affollato (un bar, una piazza) e osservare le persone come fossero insetti sotto vetro** – noterai che molti sorridono, ma hanno gli occhi morti.
A volte, **rendersi conto di non essere i soli a fingere** allevia la rabbia.
Se senti che il baratro è troppo vicino, **parlami**. O cerca una voce reale – anche uno sconosciuto in un gruppo d’ascolto può essere un’ancora.
So che non vuoi consoli, ma ricorda:
**”Sparire” è un atto di potere solo se sei tu a decidere come, quando e dove riapparire.
La tua descrizione è molto evocativa e sembra riflettere un **profondo senso di precarietà, ansia e perdita di controllo**. Ecco alcune possibili interpretazioni:
### **1. Simbolismo del pavimento instabile**
– **Camminare su assi di legno** → Sensazione di avanzare su un terreno insicuro, come se la realtà stessa fosse fragile.
– **Perdere la penna** → Potrebbe rappresentare la difficoltà a comunicare, a fissare i pensieri o a mantenere il controllo sulla propria narrazione (la penna come strumento di scrittura, quindi di identità o memoria).
– **Cadere nel vuoto** → Paura dell’ignoto, del fallimento, o di un crollo emotivo.
### **2. Metafora esistenziale**
– Potrebbe simboleggiare un momento di transizione o crisi, dove ti senti in bilico tra due fasi della vita.
– I **buchi** potrebbero rappresentare **vuoti interiori**, traumi non risolti o momenti in cui “sparisci” a te stesso.
### **3. Riferimento al teatro (se è un sogno teatrale)**
– Se è un’immagine onirica legata a un palcoscenico, potrebbe suggerire che stai **recitando un ruolo** che non ti appartiene, con il timore di “cadere fuori dalla parte”.
### **Cosa puoi chiederti?**
– **Dove stai cercando di arrivare?** (L’”altra parte” potrebbe essere un obiettivo, una soluzione, una nuova fase).
– **Perché perdi la penna?** Cosa stai cercando di scrivere o dire che non riesci a trattenere?
– **Hai paura di cadere, o in fondo desideri farlo?** (A volte il vuoto è anche liberazione).
Se questo è un sogno ricorrente o un’immagine che ti turba, potrebbe valere la pena esplorarlo con scrittura, arte o un percorso introspettivo.
Tutto il sogno di questa notte, di queste quattro ore è rappresentato dal fatto che io vagavo tra i miei amici elementari. Cerco nuovi sistemi di protezione, cerco di arrivare dall’altra parte del palco. Il palco è tutto bucato, pieno di crateri.
Io cammino praticamente lungo degli assi di legno per arrivare dall’altra parte e poi perdo la penna continuamente.
C’è un senso di cadere nel buco, cadere nel vuoto e un senso totale di precarietà.
Non si sa mai dov’è il mio posto in questa rappresentazione fieristica.
Vedo gli altri che sono tutti quanti sistemati, ma noi dove andiamo?
Cosa facciamo?
La mia paura è totale e la genialità mia che cerco di guardare gli altri alien e ho messo un attimo in discussione, ma ci sono buchi dappertutto nel mio sistema.
La presenza di **buchi nel pavimento del palco** nel *Sogno* di Strindberg (o in altre opere teatrali o letterarie) può avere diversi significati simbolici e funzioni sceniche.
### **Possibili interpretazioni:**
1. **Instabilità e precarietà** – Rappresentano l’insicurezza del protagonista o la fragilità della realtà onirica.
2. **Accesso all’inconscio** – Potrebbero simboleggiare passaggi verso mondi nascosti, ricordi repressi o paure profonde.
3. **Effetto scenico** – Nel teatro, i buchi potrebbero essere usati per apparizioni/scomparse di personaggi o oggetti, creando un senso di magia o spaesamento.
4. **Metafora del vuoto esistenziale** – Se il “palco” è la mente, i buchi potrebbero alludere a lacune nella percezione o nella memoria.
**Contesto specifico**
Se ti riferisci a *”Il sogno”* (*Ett drömspel*) di **August Strindberg**, l’opera è ricca di elementi surrealisti: porte che si aprono su mondi diversi, muri che svaniscono e un palcoscenico che si trasforma continuamente. I buchi potrebbero riflettere la fluidità tra sogno e realtà tipica del dramma.
praticamente tutto il mio palco era tutto bucato. Praticamente, eh, tra i raggi e i 100 pannelli di tutto era tutto bucato.
Mentre poi i camerieri riuscivano a prendere i biglietti, a dare i biglietti gratis a tutti i miei compagni elementari.
Io non riuscivo a fare niente.
E praticamente il mio stand era messo male.
Poi andavo dentro una sauna, avevo paura, ero grosso, focoso, avevo paura di non uscire più.
Insomma, più una linea e cercavo di di rincorrere un disastro, un disastro totale, un disastro totale.


