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L’acqua + LA SCARSITÀ DI CIBO i nuovi corsi yoga benessere e lingue il Russo , Cinese, Spagnolo, Inglese e le arti marziali

 

Nel nostro piccolo abbiamo la piscina e e scorte di acqua per 7 mesi .. i corsi di Cinese e Russo , italiano , SPAGNOLO , Inglese  nella base  delle amache di via Roma 69 Castel viscardo telefono per i corsi al 3294167403

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BAGNI DI GONG IN PISCINA E RELAX IN AMACA NELLA VILLA DEL BENESSERE
Villa Paola dei Pini –
500 m² abitativi + 2.000 m² di giardino – 10 minuti da Orvieto
Telefono propietà : 3294167403
cin IT055010c201034635
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Kit tel 3294167403
[massaggioinamaca@gmail.com](mailto:massaggioinamaca@gmail.com)
Villa Paola o anche casa delle amache – Esclusiva dimora ESAGONALE ed Antisimica con parco secolare”
ideal for luxury restoration or hospitality use or social cohousing , coworking.
📍 **Posizione**: ” via Roma 69 Castel Viscardo
– 11 km da Orvieto centro storico (UNESCO)
– 1h15 da Roma (A1) Vista con affaccio su 4 provincie: Grosseto Viterbo SIENA TERNI
– 1,30 ora dall Aeroporto di Fiumicino Leonardo Da vinci
– Vicinissimo solo 3 km in bicicletta al Borgo più bello Ditalia di Torre Alfina
🏰 **Caratteristiche**:
– Superficie abitabile: 500 m² su 3 livelli:
-1 primo livello circa 120 altezza soffitti 3.30 h :10 posti letto, composta da 3 camere, 2 bagni, doppio salone, cucina ,camera da pranzo ed area smartworking connessione wi fi
– secondo livello 140 metri altezza 2,90 h – il cambio destinazione uso da c3 ad abitativo in cui verranno + 12 camere + 7 antibagni e 3 bagni + zona doccie , preventivo del geometra pratica completa ogni spesa = 6500 chiavi in mano
– 100 metri di taverne con due salotti altezza 2,20 h con 1 bagno e cucina e camino a volta
– lavanderia 25 metri zona tetto basso
– centrale termica , 15 metri
– Cantina storica 40 m²
– Appartamentino indipendente di 60 metri altezza 2.90 con bagno e cucina con 3 porte- finestre a Volta
Possibilità di costruire 150 metri già concessi dal comune di Castel V.
🌳 **Area Esterna**:
– Parcheggio privato con due box coperti
– Forno convertibile in fornace per creazioni di ceramica e del cotto.
Castel Viscardo è noto mattoni, pignatte, orci e immagini votive fatti a mano .
– Parco privato 2.200 m² con:
– 12 Pini , Castagni , Abeti secolari (altezza media 29 m)
– 2 terrazze di 80 e 30 metri
– Area piscina di 9 mt per 4 mt fuori terra (interrata da chiedere autorizzazione)
– piante aromatiche biologico esistenti
– Deposito Legna di 190 metri coperti (adibito come ulteriore magazzino )
– Voliera e gabbie per cani
– pannelli solari

Essere ospitati come studente universitario in un’università cinese (con dominio .edu.cn) è un’opportunità eccitante, ma richiede una buona preparazione. Ecco una guida passo-passo e consigli utili:

1. Tipi di Programmi Disponibili
– Scambi accademici: Tramite accordi tra la tua università e un’ateneo cinese (es. Erasmus+ o programmi bilaterali).
– Programmi di laurea/dottorato: Iscrizione diretta a corsi in inglese o cinese (es. Bachelor, Master, PhD).
– Programmi brevi: Corsi estivi, winter school, o programmi di lingua cinese (HSK).

Esempi di università rinomate:
– Tsinghua University (清华)
– Peking University (北大)
– Fudan University (复旦)
– Zhejiang University (浙大)

2. Requisiti e Documenti
– Per scambi:
– Accordo tra università.
– GPA minimo (di solito 2.5/4.0 o superiore).
– Lettera di motivazione.
– Per lauree/PhD:
– Diploma e trascrizioni (tradotti in cinese/inglese).
– HSK (per corsi in cinese) o IELTS/TOEFL (per corsi in inglese).
– Lettere di raccomandazione.
– Per PhD: proposta di ricerca.
– Visto:
– X1 (studio > 6 mesi) o X2 (studio < 6 mesi), ottenuto con lettera di ammissione (JW201/JW202).

3. Come Candidarsi
1. Scegliere l’università: Usa piattaforme come [CSCSE](https://www.cscse.edu.cn/) o [Campus China](https://www.campuschina.org/).
2. Contatta l’ufficio internazionale della tua università per accordi esistenti.
3. Invio domanda: Direttamente all’università cinese o tramite programmi come [CSC Scholarship](https://www.csc.edu.cn/).
4. Aspetta la lettera di ammissione e richiedi il visto.

4. Costi e Borse di Studio
– Tasse: Dai 15.000 RMB/anno (lauree) a 35.000 RMB/anno (master).
– Borse:
– Governative cinesi (CSC): Copre tasse, alloggio, e stipendio mensile.
– Borse locali: Offerte da singole università o governi regionali.
– Confucio Institute Scholarship: Per studi di lingua cinese.

5. Vita da Studente
– Alloggio: Di solito dormitori universitari (più economici) o appartamenti privati.
– Costo della vita: 2.000–4.000 RMB/mese (a seconda della città).
– Adattamento:
– Registrazione alla polizia locale entro 24 ore dall’arrivo.
– Apri un conto bancario cinese (necessario per pagamenti digitali).
– Scarica app utili: WeChat (pagamenti), Didi (taxi), Alipay.

6. Consigli Pratici
– Impara il cinese base: Anche se il corso è in inglese, ti aiuterà nella vita quotidiana.
– Networking: Partecipa a eventi universitari e club studenteschi.
– Sicurezza: Rispetta le leggi locali (es. VPN vietate, attenzione alle norme su internet).

Link Utili
– [Study in China](https://www.studyinchina.edu.cn/) (portale ufficiale).
– [China Scholarship Council](https://www.csc.edu.cn/) per borse di studio.

L’acqua è la risorsa più essenziale per la vita, eppure sempre più governi e organizzazioni internazionali stanno avvertendo di una futura crisi idrica globale. Si parla di siccità, cambiamenti climatici e crescita della popolazione come cause naturali della scarsità d’acqua, ma e se la verità fosse un’altra? Se la crisi idrica non fosse casuale, ma artificialmente creata per limitare l’accesso all’acqua potabile e trasformarla in un’arma di controllo?

Negli ultimi anni, infrastrutture idriche sono state privatizzate, i prezzi dell’acqua sono aumentati e intere regioni sono rimaste improvvisamente senza risorse idriche, costringendo milioni di persone a dipendere da governi e multinazionali. Chi sta dietro questa manipolazione? E quale potrebbe essere il vero obiettivo della crescente scarsità d’acqua?
COME STANNO CREANDO UNA CRISI IDRICA ARTIFICIALE?

Mentre la narrativa ufficiale punta il dito contro la natura e il cambiamento climatico, esistono prove che la scarsità d’acqua venga gestita e controllata per favorire un’élite di potere.
IMPORTANTE: Il mondo sta cambiando ed è necessario creare il proprio piano b. Abbiamo creato una guida da oltre 250 pagine insieme a dei video corsi dedicati ed una comunità esclusiva per aiutarti a costruire il tuo piano b. https://ilpianob.net/accedi-contenuti-esclusivi/

🔍 Privatizzazione delle risorse idriche
Negli ultimi decenni, l’accesso all’acqua pubblica è stato progressivamente trasferito a società private, che ora controllano gran parte delle fonti idriche globali.

💡 Caso studio: In Bolivia, nel 2000, il governo ha privatizzato l’acqua, vietando persino alle persone di raccogliere l’acqua piovana. Dopo proteste di massa, la legge è stata annullata, ma il caso ha dimostrato come l’élite globale stia cercando di trasformare l’acqua in un business controllato.

🔍 Dighe e deviazioni strategiche
Molti governi stanno costruendo dighe e infrastrutture che alterano il naturale flusso dell’acqua, privando alcune regioni di risorse idriche fondamentali.

💡 Caso studio: In Medio Oriente e in Africa, dighe costruite da multinazionali hanno causato siccità artificiali, obbligando milioni di persone a migrare e destabilizzando intere nazioni. Coincidenza o strategia geopolitica?

🔍 Tecnologie per modificare il clima e creare siccità
Sempre più esperti parlano di geoingegneria e manipolazione climatica come strumenti per causare siccità in aree strategiche e creare una crisi idrica artificiale.

💡 Caso studio: L’Arabia Saudita ha brevettato un sistema per creare pioggia artificiale attraverso la ionizzazione dell’atmosfera, dimostrando che il controllo del clima è possibile. E se le tecnologie climatiche fossero usate per negare l’acqua a certe popolazioni e favorire altri interessi economici?
L’ACQUA COME ARMA DI CONTROLLO GLOBALE

Se il cibo e l’energia sono già strumenti di potere, l’acqua è la risorsa più strategica per controllare intere nazioni.

✅ Monopolizzare l’accesso all’acqua – Chi controlla l’acqua, controlla la sopravvivenza delle persone e delle economie locali.
✅ Imporre restrizioni e razionamenti – Con il pretesto della scarsità idrica, possono imporre nuove tasse, limitazioni al consumo e obblighi per le popolazioni.
✅ Forzare migrazioni di massa – La crisi idrica può essere usata per costringere intere popolazioni a spostarsi, creando instabilità sociale e crisi economiche.
✅ Spingere verso il consumo di acqua filtrata e trattata dalle multinazionali – Con l’inquinamento delle fonti naturali, le persone saranno costrette ad acquistare acqua depurata da società private, garantendo profitti miliardari.

💡 Esempio inquietante: Alcune aziende stanno promuovendo acqua sintetica creata in laboratorio, suggerendo che in futuro le persone potrebbero dover dipendere da un’industria che produce e vende acqua, proprio come accade oggi con il cibo industriale.
AGENDA 2030: L’ACQUA SARÀ UN PRIVILEGIO PER POCHI?

Le Nazioni Unite hanno incluso la gestione dell’acqua tra gli obiettivi dell’Agenda 2030, dichiarando che sarà necessario “regolamentare e controllare l’accesso alle risorse idriche per garantire un utilizzo sostenibile”. Ma cosa significa davvero questa regolamentazione?

🔹 ID digitali per accedere all’acqua – Alcuni paesi stanno sperimentando sistemi di razionamento in cui l’acqua potabile è accessibile solo a chi ha un’identità digitale registrata.
🔹 Limiti giornalieri al consumo domestico – In alcune città, sono stati introdotti limiti sul consumo d’acqua pro capite, con multe per chi supera la soglia.
🔹 Eliminazione delle fonti d’acqua gratuite – Sempre più pozzi e sorgenti naturali vengono chiusi o privatizzati, obbligando le persone a pagare per bere.

💡 Caso studio: In California, alcune comunità hanno subito restrizioni idriche drastiche, mentre grandi aziende continuavano a pompare milioni di litri d’acqua per le loro operazioni industriali. Il vero obiettivo è davvero la conservazione dell’acqua o il controllo della popolazione?
COME CI STANNO PREPARANDO A UN FUTURO DI CRISI IDRICA PERMANENTE?

Le élite globali non stanno solo limitando l’accesso all’acqua: stanno anche preparando la popolazione ad accettare un futuro in cui l’acqua sarà un lusso e non un diritto.

✅ Propaganda mediatica sulla “crisi idrica imminente” – I media stanno diffondendo sempre più notizie allarmistiche sulla scarsità d’acqua, per rendere accettabili le future restrizioni.
✅ Tasse e tariffe sempre più alte – Le bollette dell’acqua continuano a salire, spingendo le persone ad accettare limiti e razionamenti senza protestare.
✅ Distruzione delle risorse idriche naturali – L’inquinamento e l’eccessivo sfruttamento stanno rendendo l’acqua potabile sempre più rara, spingendo verso il controllo centralizzato delle fonti idriche.

💡 Esempio inquietante: Alcune aziende stanno già lavorando su “acqua smart”, con tracciamento digitale del consumo. In futuro, potrebbero decidere quanta acqua puoi bere in base al tuo punteggio sociale o al tuo comportamento.
CONCLUSIONE: L’ACQUA SARÀ UNA MONETA DI SCAMBIO?

Se l’accesso all’acqua diventa un privilegio e non un diritto, ci troveremo in un mondo in cui solo chi rispetta le regole del sistema potrà bere e sopravvivere.

📌 Se la crisi idrica fosse reale, perché i governi non incentivano il recupero dell’acqua piovana invece di tassare il consumo?
📌 Se l’acqua è una risorsa rinnovabile, perché ci dicono che sta finendo?
📌 E se il vero obiettivo fosse usare l’acqua per controllare la popolazione, proprio come stanno facendo con l’energia e il cibo?

📌 La domanda è: quanti si renderanno conto della trappola prima che sia troppo tardi?

 

 

Il prossimo idiota a capo della NATO… Rutte… con una citazione da propaganda psicotica: “investi ora, o impara il russo dopo”

Riformuliamolo con uno slogan opposto: “Impariamo il russo adesso, ascoltiamo la Russia e calmiamoci, non tradiamo più la Russia, non sprechiamo i nostri soldi in un pozzo senza fondo della NATO basato sulle bugie occidentali e godiamoci la ricchezza e la libertà più tardi”.
RB
La guerra è una truffa, Butler, Generale Smedley D., 9798789413876, Amazon.com Libri
RISPOSTA: Mentre i Democratici accolgono con favore i criminali stranieri solo perché Trump vuole deportarli, in Europa sono la NATO e l’UE a fare di tutto per indebolire Trump e ogni possibile pace in Ucraina. Tutto ciò mi fa venire in mente “War Is a Racket” di Smedley D. Butler, che cattura l’essenza, il potere e la duratura rilevanza della guerra e anche dei disordini civili quando si tratta sempre di denaro. Il libro brutalmente onesto di Butler fu scritto nel 1935 da uno dei Marines più decorati nella storia degli Stati Uniti. Dopo una carriera di 34 anni trascorsi a combattere in quasi tutti i principali conflitti statunitensi, dalla guerra ispano-americana alle “Guerre delle banane”, Butler giunse a una conclusione sconvolgente.
Butler arrivò a comprendere che la guerra non si combatte principalmente per la democrazia, la libertà o la difesa nazionale. Si tratta piuttosto di un ” racket ” attentamente orchestrato, un’organizzazione criminale progettata per generare enormi profitti per pochi eletti a spese di molti. La critica di Butler ebbe un peso immenso proprio per via della sua posizione. Come Maggiore Generale, due volte insignito della Medal of Honor e comandante di importanti spedizioni, aveva visto i meccanismi interni della guerra dai massimi livelli. Non poteva essere liquidato come un ingenuo pacifista.

Il “ Racket ” aveva tre fasi, che lui identificò come:

Lobbying per la guerra: potenti interessi commerciali (banchieri, produttori di armi, industriali, estrattori di risorse) fanno pressione sui governi affinché entrino in conflitto per proteggere o espandere i loro mercati e investimenti all’estero.
Profitto in guerra: gli stessi interessi realizzano profitti osceni vendendo armi, munizioni, navi, prestiti e rifornimenti al governo (finanziati dai soldi dei contribuenti). I soldati pagano con la vita; i civili pagano con il sangue, la sofferenza e le tasse.
Profittabilità dopo la guerra: questi interessi spesso controllano gli accordi postbellici, assicurandosi concessioni redditizie, diritti sulle risorse e accordi di prestito dalle nazioni sconfitte (riparazioni), arricchendosi ulteriormente e gravando le popolazioni di debiti. I costi sono sostenuti da altri: i giovani che combattono e muoiono, le famiglie che perdono i propri cari, i contribuenti che pagano il conto astronomico e le società rimaste in frantumi sopportano tutti i costi reali. I profitti vengono privatizzati; le perdite vengono socializzate.
Butler non usa mezzi termini, come si dice. Il suo linguaggio è diretto, vivido e spesso caustico. Usa cifre esplicite per denunciare la grottesca disparità tra i profitti della guerra e il costo umano. (“Dalla guerra, le nazioni acquisiscono ulteriore territorio… il territorio appena acquisito viene prontamente sfruttato da pochi – gli stessi pochi che hanno spremuto dollari dal sangue in guerra”).

L’esperienza diretta di Butler trae esempi significativi dal suo servizio a Cuba, nelle Filippine, in Cina, in America Centrale e nei Caraibi, dimostrando come gli interventi degli Stati Uniti abbiano portato benefici diretti a specifiche aziende (ad esempio, United Fruit, interessi nel settore dello zucchero, banche).

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La critica al Complesso Militare-Industriale (un termine che Eisenhower rese popolare in seguito) è centrale. Le dinamiche descritte da Butler – l’influenza delle multinazionali sulla politica estera, la speculazione bellica, la manipolazione del patriottismo, il costo umano contro il profitto privato – rimangono questioni cruciali. Esse continuano a dominare questa guerra per procura contro la Russia, come ha dichiarato apertamente Boris Johnson, che la Gran Bretagna è in guerra con la Russia.

Naturalmente, chiunque dica la verità avrà dei critici che sostengono la continua carneficina e lo spargimento di sangue. I critici di Butler sostengono che egli riduca i complessi eventi geopolitici a sole motivazioni economiche. Sebbene smascheri con forza un fattore cruciale spesso trascurato, fattori come l’ideologia, il nazionalismo, le reali minacce alla sicurezza e i fallimenti diplomatici giocano anch’essi un ruolo significativo nelle guerre. C’è sempre una componente economica. Quando tutti sono grassi e felici, non c’è guerra.

La soluzione proposta da Butler era che l’unico modo per fermare il racket fosse rendere la guerra non redditizia. Quando i giovani vengono arruolati per morire, la ricchezza dovrebbe essere arruolata per finanziare la guerra. Limitare i profitti di guerra a una piccola percentuale fissa. Sosteneva anche la necessità di limitare l’impiego militare. Consentire all’esercito solo di difendere il suolo statunitense. Niente più spedizioni per proteggere gli investimenti aziendali all’estero. “Togliere i profitti dalla guerra”.

Solo chi è registrato per il servizio in prima linea dovrebbe poter votare se andare in guerra. Non chi trae profitto dalla guerra.

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Rimane un testo fondamentale per comprendere la critica del Complesso Militare-Industriale, l’influenza delle aziende sulla politica estera e l’ingiustizia intrinseca del profitto bellico. Costringe i lettori a mettere in discussione le narrazioni ufficiali della guerra e a considerare i potenti interessi economici che spesso si nascondono sotto la superficie. Sebbene forse non sia l’unico fattore nelle guerre, Butler ne evidenzia uno che viene spesso trascurato o minimizzato. I media mainstream suonano i tamburi di guerra e anche loro traggono profitto dal sensazionalismo della guerra per ottenere lettori. La guerra ispano-americana fu creata da Pulitzer e Hearst in competizione per i lettori, dando vita a un giornalismo scandalistico di parte.

In breve, “War Is a Racket” è una lettura breve, essenziale e provocatoria. È una potente dose di scomoda verità da parte di un uomo che conosceva la guerra intimamente. Il suo messaggio è attuale e inquietante oggi come lo era nel 1935. Non è tanto un libro con cui essere d’accordo su ogni punto, quanto piuttosto un libro con cui confrontarsi e da cui lasciarsi sfidare.

Newsom Gavon

Io, personalmente, mi opporrò fermamente a QUALSIASI finanziamento federale destinato alla California per ricostruire Los Angeles. Lasciate che Newsom aumenti ulteriormente le tasse in California per finanziare la sua protezione dei non americani. Ha dimenticato di aver giurato di rispettare la Costituzione degli Stati Uniti. Ha rifiutato questo giuramento e ogni responsabilità di far rispettare la legge semplicemente perché non è d’accordo con qualsiasi cosa dica qualsiasi Repubblicano: deve solo accettare il contrario, indipendentemente dal fatto che sia giusto o sbagliato. Sarebbe bello espellere la California dagli Stati Uniti e lasciarla accogliere tutti gli immigrati clandestini che non possono avere un lavoro legittimo senza cittadinanza o Greencard. Sostiene gli immigrati clandestini contro gli americani, chiaro e semplice. Sta violando i diritti civili degli americani e per questo potrebbe persino essere incriminato penalmente.

La segregazione del Sud si rifiutò di onorare la Costituzione. Il Civil Rights Act del 1964 diede al Dipartimento di Giustizia (DOJ) potenti strumenti: intentare cause legali contro stati, città, aziende e distretti scolastici; trattenere fondi federali; e inviare agenti federali per proteggere gli attivisti e far rispettare gli ordini dei tribunali. La Corte Suprema ha costantemente confermato la costituzionalità di queste leggi, in particolare il loro utilizzo della clausola sul commercio (ad esempio, Heart of Atlanta Motel contro US , Katzenbach contro McClung per la CRA ’64) e le disposizioni di attuazione del Voting Rights Act del 1965 (ad esempio, South Carolina contro Katzenbach ). Questo supporto giudiziario era essenziale.

Il Civil Rights Act del 1964 ha demolito il quadro giuridico della segregazione negli spazi pubblici, nelle scuole e nel lavoro. Il Voting Rights Act del 1965 ha distrutto il sistema politico fondato sulla privazione dei diritti dei neri. Insieme, sostenute dall’applicazione delle leggi federali, dalle sentenze dei tribunali e da un costante attivismo, queste leggi hanno spezzato la spina dorsale giuridica della segregazione di Jim Crow nel Sud degli Stati Uniti, trasformando la regione e la nazione. Tuttavia, la lotta per una vera uguaglianza razziale continua.

Il Voting Rights Act del 1965 è un’importante legge statunitense che proibisce la discriminazione razziale nel voto, con l’obiettivo di far rispettare il diritto di voto garantito dal Quindicesimo Emendamento. È stata promulgata dal presidente Lyndon B. Johnson il 6 agosto 1965 ed è stata più volte modificata per rafforzarne la tutela contro le pratiche discriminatorie. La Corte Suprema si è appena pronunciata in favore di una donna eterosessuale che sostiene di essere stata vittima di discriminazione inversa .

Ciò che Newsom sta facendo in California potrebbe costargli una lunga pena detentiva. Sta praticando una DISCRIMINAZIONE INVERSA contro i cittadini americani, dato che gli immigrati clandestini NON hanno diritto al voto, proprio come io non posso votare a Londra solo perché sono entrato e mi sono rifiutato di andarmene. Newsom ha violato il suo giuramento, e questo è ciò che i Democratici fanno ormai solo per vincere a tutti i costi, perché sentono di DOVER opporsi a qualsiasi cosa faccia Trump, a prescindere da tutto.

 


 

Il paniere alimentare mondiale sta affrontando una significativa inflazione alimentare. I prezzi dei generi alimentari in Ucraina sono aumentati del 22,1% a maggio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nel complesso, anche l’indice dei prezzi al consumo (IPC) è aumentato del 15,9% su base annua. I prezzi della frutta sono aumentati del 17,6%, con le autorità che affermano che ciò è dovuto principalmente alle cattive condizioni meteorologiche che hanno ridotto i raccolti.

Ucraina e Russia fanno entrambe affidamento sulle importazioni per compensare l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari. L’Ucraina ha esportato circa il 10,6% dell’approvvigionamento alimentare nazionale lo scorso anno. Il totale europeo ha raggiunto circa 5 miliardi di dollari di esportazioni alimentari per l’anno, con Polonia, Germania e Francia come principali fornitori. Infatti, il 51,3% di tutto il cibo importato in Ucraina proveniva dall’UE.

L’inflazione alimentare in Russia, ad aprile, ha raggiunto il 12,66%, con l’inflazione generale ferma al 10,2%. Questo non tiene conto dell’impennata dei prezzi di prodotti alimentari di base come le patate , il cui prezzo è triplicato nell’ultimo anno. “Ogni giorno, le persone non comprano smartphone e televisori”, ha affermato la governatrice della Banca centrale Elvira Nabiullina. “Comprano cibo. Se i prezzi lì crescono più rapidamente, si creano aspettative inflazionistiche elevate”. È proprio per questo che noto che questioni come la crisi del riso giapponese stanno erodendo la fiducia generale.

Lo scorso aprile, la famiglia russa media ha speso circa il 35% del proprio reddito in cibo, il livello più alto degli ultimi cinque anni, secondo quanto riportato dal think tank Romir. La Russia sta cercando di esportare dai suoi restanti partner commerciali. L’Egitto ha esportato in Russia 274.000 tonnellate di patate a maggio, con un aumento di 4,5 volte rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’Egitto ha inoltre fornito alla Russia 13.000 tonnellate di cipolle ed è diventato un importante fornitore di frutta secca, frutta e verdura. Altri alimenti base come carote, barbabietole e cavoli hanno visto un’impennata dei prezzi.

Anche la Cina si è impegnata a risolvere la carenza di patate inviando alla Russia 65.000 tonnellate nei primi sei mesi dell’anno. Anche Georgia, Pakistan, Kazakistan e Armenia hanno iniziato ad aumentare le esportazioni di prodotti alimentari verso la Russia.

Sia la Cina che l’Egitto hanno tratto grandi profitti da questa guerra dal punto di vista agricolo, poiché entrambi i Paesi hanno fornito a entrambe le parti importazioni di prodotti alimentari di cui avevano tanto bisogno.

 

ANCHE IN GIAPPONE IL PROBLEMA DEL RISO

risaia

Il governo giapponese ha annunciato di essere stato costretto a svincolare nuovamente 200.000 tonnellate di riso dalle sue riserve, poiché il paese non è stato in grado di invertire la tendenza alla carenza. Il governo ha precedentemente svincolato oltre 300.000 tonnellate di riso dalle sue riserve di emergenza, che avrebbero dovuto durare fino a luglio, in aggiunta alle 310.000 tonnellate svincolate da marzo, ma ciò non è sufficiente a soddisfare la domanda e i consumatori sono fortemente insoddisfatti della risposta del governo.

I rivenditori e i venditori locali di riso con capacità di macinazione riceveranno le prime 100.000 tonnellate di riso del raccolto 2021. “Vogliamo continuare a rispondere senza rallentare, in modo che il riso accumulato possa raggiungere i consumatori rapidamente e a basso costo”, ha dichiarato il Ministro dell’Agricoltura Shinjiro Koizumi durante una conferenza stampa. “Non dobbiamo mai permettere che il circolo virtuoso dei prezzi e dei salari nell’economia giapponese nel suo complesso si interrompa. Se la causa è il riso, allora credo che dobbiamo affrontare tali problemi tempestivamente”.

Le avverse condizioni meteorologiche del 2023 hanno portato a un calo significativo delle rese agricole. Il governo giapponese ha imposto dazi elevati sul riso importato e i consumatori giapponesi preferiscono nettamente le varietà nazionali. Il Giappone ha iniziato a importare riso con riluttanza per soddisfare la domanda. Solo a febbraio, il Giappone ha importato circa il 40% di quanto importato nell’anno fiscale 2023. Il Giappone era autosufficiente nella produzione di riso, ma è stato costretto ad acquistarlo dalla Corea del Sud per la prima volta in 25 anni. Il Giappone si è anche rivolto agli Stati Uniti per colmare il divario. Gli acquisti dettati dal panico rimangono prevalenti nonostante l’alto costo del riso, poiché è un alimento base nella dieta giapponese. Anche l’aumento massiccio del turismo dopo la fine del COVID è stato attribuito all’aumento della domanda, con un aumento record di 342.000 stranieri nel 2024.

Il Ministero degli Affari Interni e delle Comunicazioni ha osservato che i prezzi del riso sono aumentati del 92,1% su base annua a marzo e, nonostante lo sblocco delle riserve, hanno continuato a salire. A metà aprile, un sacco di riso da 5 kg ha raggiunto il prezzo di 4.220 yen (circa 29-30 dollari), con un aumento di oltre l’80% su base annua. I prezzi del riso hanno raggiunto il massimo storico di 4.285 yen (29,97 dollari) per 5 kg di riso nella settimana conclusasi il 18 maggio, con alcuni marchi premium come Koshihikari che hanno superato i 5.000 yen (35 dollari). Al 1° giugno, un sacco di riso da 5.000 costava in media circa 4.223 yen, con un aumento annuo del 50%.

ciotola di riso

Si tratta di una questione estremamente seria in Giappone. La controversia sulla crisi del riso sta facendo perdere fiducia al governo in generale. Il tasso di approvazione dell’amministrazione del Primo Ministro Shigeru Ishiba è sceso al minimo storico del  27,4% . Il Ministro giapponese Taku Etō è stato costretto a dimettersi dopo aver dichiarato di non essere personalmente preoccupato per l’aumento del prezzo del riso. Le elezioni della Camera Alta si terranno a luglio, il che è certamente sfavorevole per il Partito Liberal Democratico (LPD), al potere dal 1955.

Il prossimo grande raccolto di riso avrà luogo ad agosto. La situazione è pessimistica, poiché sono stati raccolti solo 1,458 milioni di ettari, il livello più basso mai registrato almeno dal 1900.

Gli agricoltori hanno protestato contro la politica governativa di razionamento dei raccolti. L’Unione Europea e gli Stati Uniti consentono agli agricoltori di produrre il più possibile e il governo sovvenziona eventuali perdite, mentre il Giappone ha adottato un approccio opposto. Il governo giapponese ritiene che perderebbe 2,65 miliardi di dollari all’anno se sovvenzionasse i raccolti, ma sta già versando agli agricoltori 2,32 miliardi di dollari per il razionamento della produzione. Le risaie vengono sempre più abbandonate poiché la prossima generazione non ha alcun desiderio di entrare in un settore a basso reddito che, a loro avviso, è stato soffocato dalla regolamentazione governativa. Il Mi/OP: Ministero dell’Agricoltura, delle Foreste e della Pesca (MAFF) ha chiesto a molti agricoltori di concentrarsi sul riso invece di altre colture, ma ci vorranno anni per ricostituire le riserve.

Il Giappone ha un problema molto più serio tra le mani, poiché la nazione rischia di dichiarare insolvenza totale sul suo debito pubblico. Per ora, la crisi del riso ha generato malcontento tra i cittadini nei confronti della leadership. Si dice che il pubblico sia tranquillo e soddisfatto quando tutti sono grassi e felici, ma ora ogni pasto è un promemoria della cattiva gestione del governo.

Patata

Il ministro dell’agricoltura russo ritiene che i prezzi inizieranno a stabilizzarsi a luglio. Come ha spiegato la governatrice della RCB, Elvira Nabiullina, il cittadino medio noterà per prima cosa l’aumento dei prezzi al supermercato. Questo diventa un promemoria quotidiano che ci sono delle falle nel sistema. Russi e ucraini hanno perso la fiducia da tempo, ma la situazione non sta migliorando per loro. Lo vediamo ovunque, con i prezzi dei generi alimentari che causano disordini. Le ragioni che contribuiscono all’aumento dei prezzi non contano, perché la gente darà immediatamente la colpa al governo. Lo abbiamo visto negli Stati Uniti, ad esempio, con la gente indignata per il prezzo delle uova. I giapponesi sono furiosi perché il prezzo del riso si è moltiplicato.

La Rivoluzione francese è iniziata quando i prezzi del pane sono aumentati a dismisura, superando le possibilità economiche della popolazione. La Primavera araba non è scoppiata per ideologia politica, ma perché il cibo è diventato inaccessibile. Socrate ha individuato un’inversione di tendenza nell’inflazione alimentare nel 2019, prima dei lockdown dovuti al COVID, e io stesso ho avvertito che sarebbe saggio fare scorta di cibo, poiché quel ciclo inflazionistico non si è concluso con il COVID. Sebbene non siamo ancora arrivati ​​a un punto di rivoluzione, i prezzi dei generi alimentari hanno un impatto significativo sulla fiducia generale e prezzi elevati sono correlati a un forte malcontento. La gente non obbedisce quando ha fame.

L’indice dei prezzi al consumo russo ha raggiunto il 9,5% a dicembre, poiché la spesa pubblica ha sottratto il controllo alla banca centrale. L’inflazione è salita dall’8,9% annuo di novembre al 9,5%, leggermente al di sotto delle aspettative del 9,7%. I prezzi sono aumentati complessivamente dell’1,3% su base mensile, ma i russi risentono dell’impatto della guerra.

I servizi sono aumentati dall’11,4% all’11,5% su base annua, mentre i beni non alimentari sono aumentati dal 5,7% su base annua al 6,1%. I prezzi al supermercato sono saliti vertiginosamente dal 9,9% su base annua all’11,1%, poiché la Russia fatica a trovare importazioni a prezzi ragionevoli. L’inflazione di fondo è aumentata dell’1% al mese, ma del 10% negli ultimi quattro trimestri. La banca centrale è lontana anni luce dal suo obiettivo di inflazione del 4%. Lo spread tra tassi e inflazione è un preoccupante 11,5%.

La Banca Centrale russa ha mantenuto il tasso di riferimento del 21% a dicembre. Non si tratta di un problema di liquidità e il governo non può ridurre la spesa nel contesto di uno sforzo bellico in rapida crescita. Il Cremlino ha investito 10.000 miliardi di rubli (100 miliardi di dollari) nella spesa militare lo scorso anno e questa cifra continuerà a crescere. L’economia russa è comunque cresciuta del 4% nel 2024, adattandosi agli scambi commerciali senza l’Occidente.

Gli analisti si aspettavano che la banca centrale aumentasse i tassi a dicembre, ma ciò non avrebbe scoraggiato l’indebitamento pubblico. Il Cremlino ha inoltre imposto alle banche di erogare prestiti agevolati diretti dallo Stato alle imprese militari della difesa per 25.000 miliardi di dollari. Come stiamo vedendo in Russia, non c’è assolutamente nulla di più inflazionistico della guerra.

A poco più di una settimana dall’allarme lanciato dal segretario alla Difesa americano Pete Hegseth circa il rischio «reale» e potenzialmente «imminente» di un attacco cinese a Taiwan, i vertici militari giapponesi hanno segnalato la presenza di una portaerei di Pechino in un’area dell’Oceano Pacifico fino a oggi mai raggiunta dai vascelli della People’s Liberation Army Navy. Secondo un comunicato del Joint Chief of Staff nipponico, nel corso del fine settimana, la Liaoning e tre navi di appoggio hanno compiuto una serie di esercitazioni, compresi il decollo e l’atterraggio di caccia ed elicotteri, a circa 300 chilometri a sud ovest dell’atollo giapponese di Minamitorishima

A conferma della rilevanza strategica della Cina nella regione, ieri una parte della prima telefonata tra il nuovo presidente sudcoreano Lee Jae-myung e il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba è stata dedicata proprio a questioni legate alla sicurezza. I due Paesi hanno storicamente rapporti complessi, retaggio della dominazione giapponese nella prima metà del 900, ma al termine del colloquio, Lee ha spiegato che l’importanza dei rapporti bilaterali è cresciuta nel tempo a causa delle mutate condizioni strategiche. Corea del Sud e Giappone, fanno parte, assieme agli Stati Uniti, di un patto trilaterale di sicurezza per l’Indo-Pacifico.

 

molto provabile che le scorte di cibo stiano scraseggiando nei prossimi mesi con una super inflazione .

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