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Coliving Vivi la dolce vita in una tenuta da sogno, tra arte e natura coabitazione progetto

Vivi la dolce vita in una tenuta da sogno, tra arte e natura

ho scritto anche un altro libro che si chiama il piacere sacro perché la avevano queste queste culture il culto della dea madre.

Sono delle culture che sono che si sono sviluppate in Sardegna e in Turchia in Turchia e nella valle del Indo e in altre zone del Iran.

Quindi la creatività, eh? Queste queste culture in qualche modo dicono che c’è un passato che noi abbiamo alle spalle a cui noi possiamo riferirci per pensare a una nuova società in cui non c’è la guerra in cui c’è la creatività sviluppata.

Chiaro?

E poi un’archeologa, una grande archeologa, aspetta, la cosa interessante è che sono tutte donne quelle che hanno fatto queste scoperte, sono tutte archeologhe femministe.

Ah sì, certo.

E c’è e c’è una tradizione che nessuno conosce che è questa della della gilaria perché questa geniale sociologa americana ha inventato un neologismo unendo le parole greche gin che vuol dire donna e andros che vuol dire uomo e il simbolo che le unisce l’in.

L’io, il verbo io, no?

Credo. E credo che questo neologismo per per dire che la che diciamo questa questa questa nuova civiltà è una civiltà in cui c’è la la mutua liberazione di uomini e donne.

C’è la parità assoluta ma è un’assoluta non gerarchica.

Mi piace.

È una società del del futuro, diciamo, del futuro.

E chiaramente, voglio dire la se uno non sogna come dire non non non vive. Non vive nel presente, no?

Alberello, è positivo, bravo.

E questa è l’idea di creare delle nuove società gilariche.

E qui in questo in questo contesto ne abbiamo già creata una un’egregora, sapete cos’è l’egregora, sì? Tu sai cos’è l’egregora, sì? Stiamo creando un’egregora con cinque persone, sei e voglio e quindi una vita di egregora.

Che non esiste il caso, eh? E lì c’è un grande filosofo e psicologo che è Jung che ci ha illuminato sulla sincronicità.

Sulla sincronicità degli eventi, sì sì sì sì.

Allora aspetta però come devo prendere appunti, se no come?

Allora l’appuntamento la casa sta a via Roma 79 Castel di Scardo.

Scrivi un email scrivi un email all’associazione. C’abbiamo un’associazione che si chiama Coab.

Aspetta che sono ancora qui con la lentezza abbastanza buona, eh? Eh ma pure io, eh.

C’abbiamo un’associazione si chiama Coab. Coab. Ok, Coab.

E l’email è coabitazione.

No no no.

Coab.

E come ti ricordi la famosa frase?

Io chiamerò mio figlio Ugo.

E la e l’email è coabitazione

Tu mi scrivi un email e io ti mando tutti i contatti.

Noi ci vediamo il 15 alla città dell’altra economia e per fare quattro chiacchiere mangiando insieme.

Tu mi mandi un email e io ti poi ti scrivo la newsletter e così.

E comunque il 15 Sì, perché sicuramente te lo dimenticherai però tu mandami subito l’email. Ma certo, te la mando però dico il 15 quando c’è lo stare della città dell’altra economia, il 15 mattina, sera.

Noi ci troviamo ogni mese dalle 10 all’una.

Ok.

Sì?

Poi chi vuole rimane a casa, chi non vuole no.

Segnati anche questo numero.

Aspetta che sono lentissima, vai.

È pure ubriaco.

Ecco qua.

3 2 9 4 1 6 7 4 0 3 La casa delle amache.

Ah ecco, poi lui c’ha una bella fissa. Aspetta, lui c’ha una fissa geniale, c’ha un modo di gestire il rilassamento attraverso l’amaca perché praticamente si mette nell’amaca in questa amaca che non è l’amaca quella tradizionale, è una amaca speciale, è un’amaca uterina, diciamo, che ti culla e soprattutto è molto morbida, per cui è come quella pancia della mamma, è una è dello stesso tipo di amaca della pancia. Quindi rinasce nella pancia della mamma e noi ne abbiamo 30 in questa casa disposte negli alberi e dappertutto di tutti i colori.

 

Allora, io sono lavoro in questo modo.

Ho 30 anni di esperienza nel mondo dei gruppi.

Faccio gruppi in tutte le città d’Italia, da Palermo a Trento e anche in Svizzera, a Lugano, a Locarno.

Ho viaggiato tutto il mondo.

Lavorò all’università, ecco.

Ah, finalmente mio Dio.

Ciao. Ciao. Ciao.

Io sono Marco.

Allora, siamo un po’ strettini, eh?

Vabbè, non ti preoccupare, non succede niente.

Ci facciamo Ci facciamo Noi siamo così.

Io mi accendo una sigaretta perché tanto per fortuna siamo all’aperto.

Allora, ehm il nostro obiettivo è cercare di creare una comunità che voglia condividere spazi, idee e che non si faccia la guerra l’uno con l’altro.

Questo è l’obiettivo. È un Noi lo lo lo dichiariamo questo obiettivo perché il futuro dell’umanità sarà nello spazio.

Nello spazio non puoi chiudere la porta, chiudere Vabbè, insomma, un po’ di colonizzazione ci dovrà pure essere, come c’è sempre stata.

Eh, ma o no? No, no.

Io voglio preservare la Terra. Vogliamo preservare la Terra, però Allora, guarda, è uscito l’ultimo libro di Rifkin. Non so se avete sentito parlare di Rifkin.

Rifkin è un genio del un futurologo.

Futurologo ha detto che il il vero la vera unicità della Terra è l’acqua.

Certo.

È l’unico è l’unico pianeta in tutto il mondo che c’ha l’acqua. In tutto il mondo. In tutto l’universo.

No, non credo questo perché c’è l’acqua su Marte, su sulla Luna.

Ma non come non come da noi. Non non non Allora, sta dando una grossa, no?

È che cioè tu comunque sei vivi in un sistema economico distruttivo.

Per quello. che per produrre valore distrugge l’ambiente.

È l’economia delle cavallette.

Ok?

E purtroppo le persone per riuscire a campare sono complici involontarie.

Certo.

Alimentano questo sistema.

Aspetta, io vado dei casucci così.

Proprio Cioè, voglio dire voglio dire Tutti accettano però l’idea.

Facciamo meno politica e più iniziamo. È questione di politica.

Prego, prego.

È questione di capire il contesto in cui ci muoviamo.

Ok.

E qual è il contesto in cui ci troviamo?

È un contesto distruttivo per l’ambiente. Distruttivo per l’ambiente, ma anche distruttivo per le persone. Perché i rapporti tra le persone diventano sempre più brutti.

È difficile, eh.

È questo che vogliamo eliminare, questo aspetto qui.

Le guerre.

C’è una continua violenza verbale, una continua violenza intellettuale, la sopraffazione del più forte sul più debole.

Dobbiamo cercare di fare in modo che questo non ci sia.

Allora, ti spiego un attimo due cose.

Fai cavolo.

Cioè, non è facile, eh, voglio dire.

Qui ti sei presentato, fammi presentare un attimo la Io mi sono presentato.

Ho detto solo quattro cose. Hai detto delle cose più importanti.

Se sei stato un amministratore pubblico, sei stato un consigliere e Ok, all’inizio, prima dell’inizio.

Quindi, insomma, hai hai vissuto una parte di dove?

In quale Comune?

Sono stato consigliere di un municipio.

Quale?

Questo qua.

Ah, ecco.

No, quello accanto. Quello accanto.

Sì, insomma.

Monteverde. Monteverde.

Quindi hai un’introterra di vissuto importante. Io posso contribuire a dare delle impostazioni, delle linee di massima per aiutare un gruppo di stretti di 30-40 persone a vedere se si riesce a convivere in modo armonioso.

E facciamo questo esperimento sociale, vediamo che succede. Che esperienza.

È importante perché ci sarà un turnover, poi ci sarà anche una selezione.

Aspetta, andiamo cauti.

Cioè, le esperienze comunitarie sono un qualcosa che sono più dell’ dell’Europa del Nord e dell’America, no?

Che hanno una cultura dei beni comuni che noi non c’abbiamo, ok?

Roma, Italia.

Beh, insomma, se parliamo nei paesi, lo capisci. Nei paesi, però.

Aspetta, no, no, era per finire, per finire un concetto.

Quindi ehm il co-housing è una bella idea perché non chiede, diciamo, una cessione totale, no? Ma è un vicinato elettivo, quindi praticamente, cioè, quindi mettere nella in una casa, tu, cioè, una stanza e il bagno, dopo 5 minuti vi ammazzate, ok? Se tu invece c’hai ognuno il suo appartamento e una casa con uno spazio comune, già una convivenza è pensabile.

Premessa.

Io voglio il co-housing, non voglio una casa sola in cui tutti stanno in una stanza e bagno, no.

Certo.

È troppo poco spazio vitale. È troppo poco spazio vitale.

No, no, ci deve essere cioè, ci deve essere spazio. Cioè, ognuno deve avere la sua famiglia. Anche single, anche Cioè, ognuno c’ha il suo spazio.

E la e la condivisione deve essere una scelta, non un obbligo, ok? Questa è la premessa.

Sì, sì, sì.

È una scelta per stare meglio tutti insieme.

Esatto.

Allora, e se vogliamo il principio su cui è nato il sindacato nell’800 la difesa comune la condivisione del del cioè, spendere di meno avere servizi comuni, le mutue operaie nascono così, ok?

Andiamo in un verso una andiamo verso una società, andiamo verso una società in cui verrà privatizzato tutto?

Non ci sarà più il servizio sanitario, non ci saranno gli ospedali, non ci sarà niente, sarà tutto privato.

Anche le scuole, tutto.

Questa è la tendenza.

Quindi che cosa devi fare? Devi avere una piccola comunità, cioè, che però, se è piccola, non ce la fa. Se si federa ce la fa.

Si chiama Noi avevamo i piccoli villaggi condivisi e dislocati.

In Sardegna avevamo questo tipo di di sistema. Quello che noi vogliamo creare in realtà è già è presente nella zona di Canino.

Canino, Bolsena e la zona dove io c’ho la casa, eh Castel Viscardo.

Ci sono tutte queste comunità di persone che già che già hanno questo progetto di condivisione di spazi comuni dove fanno un’attività sociale.

Certo.

Il punto è soltanto che il mio passo è successivo.

Nel senso che io mi trovo adesso con questa struttura molto grande e penso Quanti metri quadri sono in tutto?

Ho detto, sono 500 m² e 2200 di di appartamenti più 150 di da edificare, quindi saranno più o meno 6500.

In che zona stanno?

Guarda, sta a 10 minuti da Orvieto.

Tu esci dall’autostrada, in 10 minuti arrivi in questo posto che ha 500 m di altitudine e intorno a noi hanno fatto 16 case albergo per gli anziani. 16 case albergo.

Quindi un posto che si sposa perfettamente Castel Viscardo, no?

Sì.

Con Castel Viscardo?

Intorno. Intorno, sì.

Castel Viscardo. Sono due Castel Viscardo. Castel San Giorgio, Castel Giorgio e Castel Viscardo.

Sono tutti quanti lì.

Le cinte di Orvieto avevano dei castelli medievali.

Questi sono i castelli medievali che tengono la barriera per il contro il vento, ne hanno fatto nel Medioevo.

Quindi, le hanno costruite in una specie di promontorio dove i venti alisei soffiano continuamente.

C’è una pulizia dell’aria pazzesca.

L’aeroporto sta accanto. Cioè, prendi la bicicletta in 3 minuti sei all’aeroporto, però è un aeroporto militare della Seconda Guerra Mondiale che è stato ristrutturato.

Stavano facendo il volo.

È stato quasi distrutto, adesso c’è semplicemente un campo di volo.

Quindi puoi atterrare col tuo Piper da dall’Urbe.

Vabbè, il Piper è un mezzo che con 20-30.000 € lo prendi, non è un problema. Vabbè, diciamo che non è proprio da Non è proprio un Piper, però il concetto rimane sempre questo, che se tu vuoi Voglio fare una domanda.

Perché l’hai comprato quel posto?

Ma diciamo che il caso non esiste.

L’ho preso quel posto perché volevo sviluppare un centro per l’evoluzione umana.

E quindi quello era il posto ideale perché già esisteva una comunità lì a Canino di altri miei amici che che hanno comprato delle case e hanno fatto delle comunità diciamo, divise, condivise.

E e quello dal punto di vista energetico, dal punto di vista ambientale Certo, chiaro, chiaro.

E diciamo era perfetto.

Io invece che siccome mi occupo di purtroppo, nel senso che ho vissuto ho fatto tutta una vita da integrato, no?

Cioè, sono lavoro lavoro in banca.

Io non ho avuto parte della banca.

Purtroppo c’ho quella mentalità del di quello che pensa ai soldi, no?

E perché perché mia mia nonna era un come te, un banchiere.

Però io sono delle idee, anche se i conti devono quadrare, questo è sicuro.

No, no, ma cioè, io sono sempre stato una un’anomalia, insomma, nella banca, insomma.

Infatti mi hanno lasciato a Infatti.

Ok.

Perché faccio l’avvocato.

E che cosa fa così?

Stiamo parlando di condivisione.

Saranno 20 anni.

Tu proprio che non ha preso niente. No, io che cos’è?

È un sussidio.

Vai, vai.

Quindi e tu praticamente fai parte di questo di questo progetto?

In che modo?

Gioco forte, stavolta.

No, no, ma voi che fate per campare, voi? No, io sono insegnante. Insegnante, avvocato. Ecco, l’avvocato può essere utile, molto utile.

Non per Non per non per fare cause, eh, ma perché perché Per capire alcune cose, cioè.

Perché è importante costruire delle delle organizzazioni giuridicamente valide.

E in in Io conosco Cioè, io praticamente in questa su questa fissa del del co-housing, che ormai è diventata una fissa, no?

Ho fatto già dei convegni invitando persone che se ne occupano in giro per tutto il mondo.

E ho studiato un po’ i modelli giuridici.

Ce ne sono parecchi, parecchi o parecchi interessanti.

Il il Perché lo dico?

Perché chiaramente Ma le persone per poter investire devono avere una certezza, no?

Assolutamente.

Eh certo, che che se qui si costruisce questa cosa in 100 €, almeno deve tornare quei 100 €, e quindi ci vuole un modello giuridico. Per questo io ho sempre detto che il modello giuridico deve essere basato sul Bitcoin e sulla moneta sulla moneta elettronica.

Ti spiego perché, perché la riserva di valore sarà tutta nel futuro digitale ed è molto facile poter scambiare e informazioni.

Il problema è che c’è un problema, eh.

Come ho detto, mentre prima per per fare un’acquisto di milioni di euro bisognava fermare armatori o sorveglione, insomma, usare con un click su un bottone, si fa.

Attenzione.

Siamo in una fase di cambiamento totale.

Probabilmente è molto facile poter muovere i Bitcoin.

Lo farà Trump. Lo farà Trump. Ah, eh certo, lo fanno.

Si vuole sganciare, si vuole sganciare dai fondi immobiliari. Cioè, non devono comprare, si vuole sganciare dalla dalla dipendenza dei grandi fondi che sono BlackRock, questi qua, ok? Che vuole essere libero.

Dei valori reali, eh.

Sì.

Però c’è l’economia reale.

Cioè, sganciandosi dalle banche c’è un grosso rischio perché le le coin sono molto volatili. D’altro canto sono volatili. Sono stravolatili, però ci sono le coin col connesse a loro che non sono volatili. Sono molto stabili.

Allora, tu qualcos’io C’ho tanti contatti, tra i vari contatti c’ho un amico di Amsterdam che progetta cripto-monete.

Ah.

Io c’ho uno che sta a Dubai, se ti serve.

Però è troppo presto.

Mancava poco.

Vabbè.

Che cosa possiamo fare? Conosco uno che ha fatto i token immobiliari.

Nel campo della della finanza, delle delle banche, però sai perfettamente che dovremmo cercare di Aspetta.

Un po’ di più.

Ah, continua, continua la tua.

Allora, l’obiettivo del progetto è semplice.

Aspetta, tu invece per campare che fai? Ma io per campare utilizzo il cervello principalmente.

All’università. Lavorò all’università.

Abbiamo tutte e due un contratto a tempo indeterminato, insomma, diciamo.

L’università di Roma. Facoltà di Ingegneria, lavoro.

Ma il sabato e la domenica vado in giro per il mondo e faccio convegni, seminari, scrivo video, faccio quello che posso.

Ok, abbiamo un’altra cosa in comune.

Esatto.

Diciamo che è è la classica A me piace il sistema. E pure a me, purtroppo.

Guarda questo ciccione.

Ascolta, Marco, eh è la bellezza di questo pianeta stesso cibo, scusa.

No, ma non solo, ti posso dire anche questo.

Io sto prendendo delle decisioni.

Guarda, l’ho ordinato. L’ho ordinato, quindi non c’è problema.

No, tra l’altro, noi siamo la siamo la città del cibo.

Orvieto.

Lo sai che cosa hai detto prima che mi è piaciuto molto?

La definizione dell’Italia: il paese del turismo. Saremo praticamente il paese del turismo, però ci sono degli aspetti.

I casini di questo, no?

Perché diventano delle speculazioni.

Una Disneyland. Una Disneyland.

Cioè, un posto dove vengono solo a divertirsi e basta.

Secondo me è da dire.

C’è un’attività produttiva, no?

Le attività produttive servono, secondo me, perché comunque una parte di popolazione non è tagliata per questo.

Parliamo parliamo, diciamo, inquadriamo il l’idea, no?

Allora, io per esempio Mi piace essere pratico.

Perché ho vissuto qualche anno in America e ho deciso di essere pratico il più possibile.

Io sono molto teorico. Sono molto teorico. Troppo teorico. Troppo teorico.

Ma tu fai la casa come la vuoi tu, rispetto al co-housing.

Io voglio cercare di fare un esperimento per vedere come come come riesco a orientare le persone, i gruppi a a una coabitazione con un proposito.

Che possa riuscire.

Allora, io per esempio, no?

Aspetta, aspetta.

Io per esempio oggi nel gruppo nel nel nella parte che c’abbiamo che stanno a Roma.

Ho parlato del concetto del della Gilania. Ne avete parlato della Gilania? Gilania? Gilania.

No, non ho sentito.

Gilania. Ah, Gilania. Gilania. La Gilania è un neologismo che ha inventato un’antropologa statunitense che si chiama Ryan. Questa ragazza che cosa ha fatto?

Ha studiato le civiltà del del Paleolitico.

Come?

Ha studiato le civiltà del Ha studiato le civiltà del Paleolitico e del Neolitico in tutto il mondo.

E ha scoperto che esistevano intorno cioè, un botto di anni fa, tipo 6000 anni fa delle civiltà non basate sulla guerra, pacifiche che erano basate sul mutuo appoggio.

La salsa.

Sul mutuo appoggio.

E sono le civiltà mediterranee. Sono le civiltà mediterranee della Sardegna di Creta e del e della Turchia.

Poi ce ne sono alcune anche nell’India e in altre parti del mondo.

Nel passato, diciamo, nel periodo tra il Neolitico e il Paleolitico.

Ma guarda un po’, escono tutte quante dal dal bacino della Turchia, della Sardegna e della Sicilia che che è il bacino più evoluto di tutti.

E noi abbiamo questa capacità.

Con le città-stato, anche se no, prima ancora, nel Neolitico.

Non avevano città-stato in quel periodo, però avevano avevano, diciamo, una capacità di poter essere, passami il termine, molto innocuo.

Erano delle società basate sull’arte e sulla conoscenza.

Oh!

E non avevano mura.

Poi arrivano dei popoli barbari dal dalla zona della Russia, li invadono e li distruggono.

Tranquilli, meno di 1000 anni.

Arrivano questi popoli che si chiamano Kurgan dalla zona del Volga che avevano le armi e i cavalli.

Quindi distruggono tutto.

Quelle non erano armate. Erano l’agricoltura ed erano civiltà pacifiche.

Però c’è una memoria storica di questi fatti che è stato attraverso questo lavoro di questa antropologa e lei queste città le ha chiamate Gilanie.

Perché? Perché ha unito praticamente dei fonemi greci che gen vuol dire donna, aner vuol dire uomo e la lettera L vuol dire liberare.

Quindi è la liberazione, mutua liberazione di uomini e donne.

Eh?

Teoricamente è bellissimo.

Quindi la mia prossima comunità si chiamerà Gilanea. Gilanea.

Perché io voglio una mutua liberazione, cioè non voglio voglio che le persone si attivino, non voglio persone passive.

Allora svegli il maschio, no?

Vabbè, eh Non voglio capi, non voglio strutture gerarchiche.

Quindi è un progetto, diciamo, in cui è chiaro che non è una cosa che si fa dall’oggi al domani, no?

No, soprattutto c’è bisogno di tanto lavoro. Ah, una cosa di gestione.

Allora, per fare questo però, chiediamo i soldi. Però c’è il cervello.

No, aspetta, se devi se devi avere un’idea, no? E devi questa idea fare appassionare le persone. Se tu fai appassionare le persone, le persone ti danno i soldi.

Tu calcola che in Toscana, cioè dove lui ha pubblicato l’articolo, c’è un una counselor di Gestalt che praticamente su solo sull’idea ha parlato con un proprietario di un di un casale che gli ha dato in comodato d’uso gratuito. Quindi non è possibile, il problema è trovare come dire un modello, cioè tu devi dare l’idea, non solo dare l’idea, dare anche gli spazi per ricostruire qualcosa di degno e giusto, migliore di quello che c’è adesso.

Quindi che si facciamo?

Non è facile.

Ci abbiamo tutto.

Le idee, le capacità economiche, le capacità energetiche, tutto.

Sì, però secondo me è un po’ meno.

C’è una casa di proprietà, col buono, però E la cosa interessante è che quel mio amico di Monza, diciamo, io gli ho parlato di quella di quella di quel tuo abbozzo, come dire, di modello economico.

Che dice?

Allora lui sta facendo un co-housing a Monza, con una grossa esperienza di del Si. C’ha una grossa esperienza perché lui praticamente è stato uno dei fondatori delle economie solidali italiane.

E conosce Generavivo, che praticamente è una società di di immobiliare di comunità orientata. Gente seria, io li conosco, sono tutti professionisti immobiliari di altissimo livello.

C’hanno un’idea di mondo.

Aspetta, e poi conosce Banca Etica. Banca Etica.

Allora, lui che cosa fa? Lui vuole come io voglio che tutti abbiano accesso a questo progetto, non solo chi chiede soldi.

Come si fa?

Comunque loro operano con la cooperativa, è chiaro, la cooperativa è l’unico modo.

Usano il prestito cooperativo. I soci fanno il prestito cooperativo, fanno hanno una quota di entrata piccola, 2000 €, così. Poi fanno il prestito cooperativo alla alla alla alla cooperativa che in Italia può essere fatto fino a 73.000 €. Ognuno dà un prestito alla cooperativa per quello che può, no?

Ok?

Il prestito, io credo che sia defiscalizzato, non mi dovrei sbagliare, forse tu ne sai qualcosa di più.

E e poi con questa quota, diciamo, raccolta da tutti i soci, comprano loro hanno comprato il terreno. C’è c’è chi compra il terreno, c’è chi compra l’immobile, loro hanno trovato un immobile in vendita che costava 3 milioni di euro, l’hanno pagato 700.000 €.

Perché era enorme.

Ah, pensavo che aveste delle cose, no?

È un’intera cascina.

Una delle vecchie cascine della Brianza.

Quindi perché sono le idee che fanno che fanno muovere le cose?

Cos’è che ha fatto questa operazione sociale e hanno comprato.

Ora, se non faccio niente. Non aiuto nessuno, da solo.

Cioè, l’unica cosa qual è?

È che Generavivo ha questo progetto, diciamo, immobiliare, di immobiliare etica, chiamiamola così, che sta facendo due co-housing sempre su cascine, uno in cascina, uno ha costruito un intero quartiere in a Milano.

Un coglione di cazzo, eh?

Milano, a Milano.

No, credo che sia Belluno.

Non mi sbaglio.

E vabbè, poi vi mando tutti i dati.

Io ho fatto una una videoconferenza con loro, in cui praticamente hanno presentato il progetto.

Li conosco, so chi sono e sono persone valide, non solo valide a livello etico, ma sono i migliori professionisti del settore.

Ah, fatto.

Il futuro è nella cooperazione.

Chi mi vuole aiutare in questa operazione?

L’idea è ottima. L’idea è veramente buona.

Aspetta, la cosa importante, la cosa importante è che sono molto solide comunque. Allora, prima la prima cosa che ti devo dire è che tutto questo mondo si ferma a Firenze, no? Si ferma a Firenze perché da Firenze in giù non c’è nulla.

Prima di tutto perché forse manca la cultura ancora, non lo so. Non c’è questa cultura cooperativa, mentre per esempio tutti la maggior parte dei co-housing in Italia stanno al Nord.

Dove dove la cultura del Io sono di origine romagnola.

Mio nonno era capo stazione di un paesetto dell’Appennino.

Eh, non mi ricordo, non mi ricordo.

Comunque sono delle origini romagnole.

È un ritorno È un ritorno al villaggio, ai vecchi villaggi, questi si conoscono.

Perché in realtà, in realtà, però bisogna evitare di replicare bisogna evitare di replicare il paese, cioè nel senso dire che deve essere un qualcosa di moderno, di nuovo, in cui non c’è il chiacchiericcio, no?

Se quello proprio, cioè, ok?

Quindi ci vuole una forma di educazione culturale, cioè nel senso che le persone comunque cioè, come dici tu, devono entrare attraverso un percorso, non possono non può non puoi entrare in questo. Cioè, è vero che un processo di di autoeducazione può anche avvenire tra persone diciamo meno evolute, no?

Anzi, forse il successo è proprio quello, no?

Però è chiaro che che comunque non è che puoi fare entrare uno che rompe, cioè che ti distrugge tutto, no?

O meglio Certo, il sabato sera si potrebbe fare.

Ci devono essere delle regole, no? Ci devono essere degli indici in cui purtroppo questo è un po’ più difficile.

Bisogna cercare di Però tutti i co-housing hanno le regole, però No, ma sono regole No, ho capito.

Il problema il problema delle regole qual è? Il problema delle regole qual è?

È che è sempre quello, diciamo, di tutte le società, no?

Se ci sono delle regole, ci deve essere un tribunale e ci deve essere una polizia.

Ok?

Allora, e le regole possono essere possono esistere solo se sono consensuali.

Certo.

Poi può accadere anche il conflitto. E poi e poi deve esserci ci devono essere dei processi equi basati sul sul comunque su questo esempio la sociocrazia o il metodo del consenso, no?

Cioè ci ci sono dei processi di decisione che permettono, diciamo, di gestire i conflitti in modo non distruttivo. Niente di poco questo.

Cioè, tu di fatto stai stai rifacendo una società da zero. Ma io ne ho viste tante di queste realtà, lo so, negli ecovillaggi, perché facevo parte di di tutta una serie, diciamo, di percorsi didattici di di convivenza in cui si insegnava la coabitazione in ecovillaggio.

Ma tutte strutture che non hanno però l’ecovillaggio ha funzionato.

Ma lì c’era la condivisione di tutto.

I soldi erano comuni, se dovevi spendere qualcosa per comprare per te dovevi essere d’accordo.

Ce ne sono due a Roma così.

Le conosci le comunità famiglia?

Sono cooperative, c’hanno una cassa comune.

Sì, quella è una cosa molto evoluta. Non è evoluta. Non è per noi.

No.

Cioè, questo deve essere un deve essere un inizio, all’inizio deve essere semplicemente che ognuno c’ha la casa, c’ha un suo appartamento, che può essere più piccolo di quello normale.

Sì, non serve chissà che cosa.

Perché c’hai gli spazi comuni.

Eh, è chiaro che se vuoi invitare gli amici e c’è una biblioteca. Se vuoi invitare gli amici e non c’hai lo spazio dentro casa, prendi la sala comune per una per una serata e c’hai 100 m², 200 m², ok?

Sai che io questa cosa me la sono sempre sognata?

Mi sono sognata di comunità, ma era qualcosa di impossibile, non facile. Mi immaginavo di vivere in una comunità di questo tipo. Però a un certo punto mi immaginavo che andavo in un salone meraviglioso dove c’era tanta gente, tutti felici.

Ma diverse volte ho fatto questo sogno.

A Berlino ce n’era un’altra di questo tipo. A Berlino.

Vabbè, c’è questo condominio, mi devi raccontare che i berlinesi sono diversi dagli italiani.

Ma Berlino, io c’ho vissuto a Berlino per due anni. È la mia città preferita, Berlino.

Io ci sono stato a 18 anni, sono 58, 40 anni fa.

Quando c’era il muro.

Bravo, anch’io. Io ero nel ’61, quindi stavo là.

Vabbè.

Allora, io ero anche in una situazione molto particolare perché ero uno degli occupanti di case di Berlino.

C’ho una storia alle spalle un po’ tempestosa.

Vabbè, però Berlino è bellissima. Berlino è la mia città europea.

In assoluto.

Ma non si credere che pure il resto della città, il resto della Germania, ci sono molte esperienze di questo genere.

E poi i tedeschi sono delle persone geniali, perché che cosa hanno fatto?

Senza che se son inventati.

C’è stato un grosso fenomeno di occupazione di case in Germania, diciamo, nel periodo degli anni 70, fine anni 70, inizio anni 80.

Quando c’è stata la riunificazione a Berlino, i prezzi immobiliari sono crollati.

Gli occupanti di case hanno fatto un’organizzazione in cui si sono comprati tutte le case occupate.

Hai capito?

E non solo, ma hanno fatto No, io no.

Io ero andato via già.

Però loro praticamente, gli occupanti di case si sono comprate le case che occupavano a quattro spicci.

Ma erano di privati o pubbliche? Erano pubbliche. Perché erano nel periodo del passaggio, diciamo, della riunificazione, no?

Ok?

Erano case occupate e loro se le sono comprate.

Tutto l’intero edificio.

Erano parte E no, parte pubblica.

E la cosa interessante è che hanno fatto delle strutture legali anti-speculative, per cui queste case non possono essere rivendute sul mercato a prezzi speculativi.

E quindi sono dei commons, sono dei beni comuni.

Cioè, proprio fantascienza. Vabbè, insomma, questa è fantascienza, non è per l’Italia.

Hanno un vincolo di destinazione. Non è proprio il vincolo di destinazione, perché il vincolo di destinazione c’ha c’ha un limite temporale, 99 anni, ne parlo di 60 anni. Allora hanno fatto praticamente un vincolo. Loro hanno fatto praticamente c’è una diciamo, chiamiamola una cooperativa, chiamiamola così, una cooperativa di abitanti che è proprietaria della casa che è partecipata da un SRL, diciamo così, che mette che può mettere il veto. Tutte le le cooperative che hanno comprato c’hanno dentro una quota del di questo SRL, chiamiamola così, perché c’ha un altro nome in Germania, che può mettere il veto sulla vendita.

Quindi se quelli dicono “No, amore, noi ce la vogliamo vendere per i soldi”, no, non si può vendere perché c’è l’SRL che ve lo blocca.

Vabbè, insomma, capisci che è un’architettura giuridica di alto livello, eh?

Perché loro c’hanno una cultura, cioè capito? C’hanno una cultura dei beni comuni, ecco. Vabbè, comunque, cioè intanto già basterebbe fare dei dei piccoli quartieri, no?

In cui nelle città, nei nei borghi, eccetera, in cui ci sono dei principi, diciamo, comunque di convivenza solidale, ok?

Se ti senti male, non muori dentro la casa, ma c’è qualcuno che ti dà una mano e ti porta all’ospedale.

Basta questo. Ma sarebbe poco questo.

Stiamo facendo un mutuo soccorso. Perché poi il mutuo soccorso è alla base della nascita del movimento operaio, insomma, no? Se gli operai tra di loro facevano le società di mutuo soccorso, ed è dal mutuo soccorso che è nato il sistema sanitario, no?

Siccome ora se lo tolgono, allora ritorniamo al mutualismo dell’Ottocento, no? È chiaro, no?

Che puoi fare tanti servizi in comune.

Ok?

Il problema è uno solo. Il problema è le risorse, come gestire le risorse.

Allora, loro chiaramente questi di Monza fanno conto solo sui soldi delle persone. Loro c’hanno tre tipi di soci. Soci fondatori, no, soci finanziatori, no.

C’hanno praticamente, prima di tutto, è una cooperativa, quindi tu devi mettere quei soldi per entrare nella cooperativa. Fai il prestito sociale alla cooperativa per comprare.

E poi a rogito che devi dare il 70%, ci sono tre tipi di scelta.

O fai la Perfetto, perfetto. O fai la diciamo, il paghi la tua quota parte del del mutuo fondiario che viene dato dalla cooperativa, no?

Perché loro che cosa hanno fatto?

Hanno comprato la cascina, ma la devono suddividere in appartamenti.

Quindi ci avranno un ci avranno un modo di ristrutturazione, ok?

Quindi danno una quota parte del mutuo e gli viene restituito gli viene restituito il prestito sociale che avevano già dato. Viene inglobato, no?

Perché il prestito sociale serve all’edificio per per comprare.

Poi il c’è un secondo tipo di socio che è quello che c’ha i soldi contanti e paga a rate senza mutuo. E poi c’è il terzo tipo di socio che è quello che non c’ha una lira, però c’ha la casa e mette diciamo come Hanno fatto un accordo con Banca Etica per dei prestiti a breve termine, di un anno. Lui prende il prestito, col prestito paga la casa, nell’anno vende e poi restituisce.

Questi stanno a Monza, mica stanno a Roma, eh?

Io voglio chiedere a questo amico se mi dà una mano. Questo di cui Se riuscissimo a fare una cosa così anche in Umbria o nell’Alto sarebbe fantastico.

Ci vuole un’architettura finanziaria, ci vuole un un un avvocato, un commercialista.

Tuo fratello?

Guarda, ha fatto sportivi, ha fatto la gestione di sportivi.

Poi Allora, il problema è chiaramente, allora, prima di tutto questo, secondo me, è un progetto di tipo nazionale. Perché di tipo nazionale? Perché la cioè tu devi introdurre l’idea del del cambiamento di vita. Questa la chiamerei agenzia per il cambio di vita. Per il cambio etico di vita. Il cambio di vita ognuno se la gestisce come gli pare, cioè nel senso la il bello delle delle comunità di co-housing, al contrario degli ecovillaggi che sono troppo Lui mi sente dalla prospettiva delle persone che stanno migliorando.

No, il problema è un altro, no?

Perché ogni comunità si deve autodeterminare, cioè ognuno deve decidere come vuole vivere.

Ci sarà la comunità di libri, ci sarà quella dei gatti, eccetera, quella Tutte le comunità che hanno un filo Tra l’altro, questo è non so se conosci se avete sentito parlare dei dei curdi del Rojava.

Della parte di nord-est della sud-est della Turchia, della Siria.

Però in effetti un qualcosa ancora ci vuole, eh?

Se lo prendi il il finanziamento.

No, no, no, è che questa società come si sta evolvendo un po’ mi disgusta, per cui tendo ad avere pochi rapporti con poche persone, no?

Cioè, non so se se avete la stessa sensazione del del dell’involuzione sociale in corso.

Siamo d’accordissimo con te.

Però noi creiamo un nuovo bocciolo, un nuovo fiore, una nuova società.

Ci vogliono volontà e idee.

Ti piace la stessa idea?

Eh, bisogna realizzarla bene, capito?

Che settore sei? Che settore sei? Sei una penalista o una civilista?

Allora, io sono a scuola adesso.

Ho lasciato, eh, però ero una civilista, mediazione familiare e Però se capisci le cose, insomma, no? Però uno fa le cose che deve studiare.

Ogni cosa la devi studiare.

Eh, perché chiaramente Aspetta, però ve dico un’altra cosa. Ve dico un’altra cosa. Ma nell’applicazione poi Ve dico un’altra cosa. Ve dico l’ultima cosa e poi andiamo a casa.

C’è un altro modello diverso da questo della cooperativa o meglio, sempre con la cooperativa, però è un nuovo modello finanziario.

Allora, non passa per le banche.

L’Italia è stato uno dei primi paesi ad introdurre l’equity crowdfunding. Equity crowdfunding, che cos’è?

È un portale autorizzato dalla Consob, quindi è ufficiale.

Aspetta, qual è la differenza?

In cui tu presenti un progetto con un business plan e un piano finanziario eh e chiedi il capitale di rischio.

E chi ha perso tutto?

No. No, no, no. No, capitale di rischio.

Cioè, che cosa fai tu? Fai una società Fai un aumento di capitale. Fai un aumento di capitale? Chiaro il concetto dell’aumento di capitale? Quell’aumento di capitale lo finanzi attraverso degli investitori che diciamo, mettono dei soldi per un capitale di rischio per un progetto.

Eh, ci devono piacere i progetti, in pratica.

Poi che fai? Cioè, ogni volta che entra qualcuno, aumenti il capitale.

No, no, tu dici: “Io c’ho l’obiettivo di raggiungere ehm un milione di euro” e vendo delle diciamo delle quote a degli investitori che non hanno diritto di voto.

Ah, ok.

Perché non sono legati al progetto.

No, no, aspetta.

Cioè, loro comprano del delle quote, è come se comprasse delle obbligazioni, dai.

Ok?

Comprano delle quote e vogliono una remunerazione.

Però esistono anche dei portali etici.

Ce n’è uno gestito dalla Banca Etica che finanzia progetti ecosostenibili e socialmente utili.

Aspetta, interessante, una cosa molto interessante.

Che cosa come funziona?

Con questa legge che ora è diventata direttiva europea e quindi praticamente è vale su tutta Europa ehm è possibile, praticamente, tu che fai per esempio un progetto, un business plan, fai farei un video, farei una presentazione fatta molto bene, se le persone si convincono, loro da una parte fanno un investimento perché ottengono comunque un un ottimo rendimento perché essendo capitale di rischio è un ottimo rendimento, ok?

E la nei primi due anni c’è vengono remunerati da uno sconto fiscale.

Ah!

Uno sconto fiscale.

Quindi tu per i primi due anni non devi pagare nulla agli investitori.

Eh!

Dopo due anni gli devi pagare il rendimento. Questo però c’ha un grosso vantaggio, è che tu non devi prima non devi raccogliere il capitale tra i soci della cooperativa, ma solo dopo due anni quando tutto è avviato, però.

No, no, è molto è molto complicato il modello, perché è per quello che dico che ci vuole un commercialista che che ci capisca. Il primo caso che è stato realizzato in Italia è stato realizzato a Vicenza da una cooperativa sociale quindi significa che non è solo Io invece Tu Due Tre Quattro Tre Ok.

Allora, la cosa interessante qual è?

È che praticamente il fino adesso, fino per un certo periodo da quando ci fu la legge sul sul su questa che introdusse l’equity crowdfunding veniva utilizzato principalmente da grandi immobiliaristi milanesi per fare i progetti coi soldi degli investitori.

Sì, a Milano.

Banca Etica ha fatto la prima operazione di questo tipo con una cooperativa sociale immobiliare di Vicenza con cui hanno raccolto il capitale da diversi fonti, uno l’equity crowdfunding, un fondo etico tedesco e hanno raccolto i soldi per comprare un un immobile abbandonato immenso con abbattimento e ricostruzione per fare lo studentato universitario di Vicenza.

Che c’ha tutte attività economiche all’interno che ripagano l’investimento.

Bisogna fare attività come ti ho detto di turismo, di Però questa è interessante perché tu praticamente non ci metti soldi. Bella cara, come ti chiami?

Io Marco.

Ci vediamo dopo.

No, ma adesso noi torniamo, noi facciamo questa passeggiata.

Ciao. Ciao, eh. Grazie, eh. Si parla della moglie, eh? Ha dei problemi io e mia moglie.

Eh vabbè, dai.

Comunque sto ristorante è meraviglioso.

Che carino! Ma che abiti qua vicino? Sì, viviamo qua vicino.

Ciao.

Certo, è chiaro che ognuno c’ha la sua casetta e devi andare a migliorare, no?

E poi e poi io non voglio il cohousing solo per i vecchi, io voglio una una comunità anche di giovani.

Mista, mista. La vuoi mista, vuoi? Perché la vuoi mista?

Perché le cose non fare quello che voglio nella mia casa. Voglio voglio giovani, voglio voglio che ci sia un riciclo. Cioè, voglio creare una comunità integrale, no?

In cui c’è ci sono tutte le fasce d’età.

Quello è il vero cohousing, eh. Quello il cohousing vero non è solo per i vecchi.

No.

Il vero è trasversale, c’è tutto, c’è il bambino di 6 mesi e c’è l’anziano di 90.

Come era un tempo. Allora, è chiaro che per fare un progetto ci vuole il tempo, io non ce l’ho, manco se muoio.

Io lavoro dal lunedì al venerdì, dalle 8:00 alle 17:00 a tamburo battente.

Mi occupo di pratiche di analisi finanziarie, non non posso distrarmi.

Vabbè, sto programmando altre cose.

Non so se conviene perché vado a perdere un sacco di soldi e di Eh, ma la vita è una. Però adesso a me va bene perché c’ho una vita abbastanza tranquilla.

Io ho vissuto anche periodi in cui veramente ero stressato, lavoro di merda.

Vabbè, non mi voglio lamentare.

Però il problema è qual è?

Che è comunque non ho diciamo, mi sono lasciato con la mia ex, diciamo prima della pandemia.

A 60 anni è molto difficile ricreare una vita sociale decente, no?

È impossibile se non trovi le persone che sono a te affini. E poi chi non si è sposato non non si frequenta con chi non è sposato.

Io frequento tutti questi single in continuo. E nel mio gruppo tutti quanti il 90% è single, sappilo.

Avere una famiglia ha un grosso onere.

Devi pagare la sua scuola, il suo dentista, eccetera eccetera. Quindi non puoi permetterti di rischiare più di tanto, devi mantenere i soldi per pagare la la retta scolastica.

E questo almeno che non ti fai l’assicurazione e muori.

No, no, no. No, non è vero.

Esistono prodotti assicurativ

Enrico, Enrico.

 

I fratelli. I fratelli del cohausiing.

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