AlimentazioneLibro per tutti coloro che sono venuti a trovarci

Libro per tutti coloro che sono venuti a trovarci

Gratis :….. per tutti i visitatori del festival 

Ricordatevi che vi possiamo ospitare gratis nella nostra casa delle amache se fate un trattamento in amaca  qui  da noi ecco il video della location :

 

TECNICHE DI ENERGIZZAZIONE DEI CHAKRA

IN AMACA

 

 

con il contributo delle soluzioni innovative  del dott. Enrico Valbonesi qui in figura:

 

INDICE

 

  • Dedica
  • Chakra
  • Chakra e Yoga
  • Assenza di gravità yoga
  • Assenza di gravità Hammock
  • Il respiro
  • Visualizzazioni
  • Viaggio della fantasia
  • Meditazione
  • Meditazione dei chakra
  • Primo chakra
  • Secondo chakra
  • Terzo chakra
  • Quarto chakra
  • Quinto chakra
  • Sesto chakra
  • Settimo chakra
  • Pulizia dei chakra con la vibrazione delle vocali e dei mantra
  • Conclusioni
  • Bibliografia

Dedica:

Dedicato ai miei allievi e a tutti coloro che sono venuti negli anni nel festival dell oriente in tutte le città.

 

Il lavoro sull amaca si basa sui centri energetici dei chakra e vedremo dal punto di vista “fisico” e quindi “ginnico”, sia dal punto di vista “meditativo e vibrazionale”.

I campi vibrazionali, ai viaggi interiori, alle visualizzazioni immaginifiche, e quindi di certo i più predisposti al cambiamento e all’evoluzione sono importatni ma più di tutti sono i nuovi strumenti sonori vibrazionali che consentono la autogenazione gemminativa cellulare.

 

 

Pronti….Sospesi….Via!

 

Chakra

 

Nel nostro corpo esiste una rete di arterie, vene, capillari, in cui circola il sangue; lo stesso vale per la distribuzione dell’energia.

Quando ventuno linee energetiche si incrociano nello stesso punto, questo punto viene chiamato centro energetico, o, in sanscrito, chakra.

Nel corpo umano si diffondono due tipi di energia: l’energia cosmica che scende in provenienza dall’energia solare o yang, l’equivalente del padre, il Sole, e l’energia tellurica che sale, che emana dall’energia terrestre, o yin, equivalente della madre, la Terra.

L’incontro di queste due energie, yin e yang, è creativo. Sette centri energetici sono distribuiti lungo la colonna vertebrale, dal coccige fino alla sommità del capo. Sono alimentati dalle energie cosmica e tellurica e hanno il ruolo di distribuire questa energia nell’organismo, attraverso una rete di linee chiamate meridiani.

 

 

Primo Chakra

Il primo centro energetico, il coccigeo, è situato a livello del coccige. E’ collegato alla sopravvivenza e riguarda i nostri bisogni di base come quello di nutrirci, di avere un riparo, di sentirci al sicuro.

Le ghiandole ad esso collegate sono le surrenali.

Le surrenali secernono diversi ormoni:

  • l’aldosterone, che presiede all’equilibrio elettrolitico
  • il cortisone, che ha un ruolo importante nel metabolismo degli zuccheri, potendo così aumentare la concentrazione di glucosio nel sangue, oltre ad agire sul processo infiammatorio riducendolo o eliminandolo del tutto
  • gli ormoni sessuali, ossia gli androgeni (maschili) e gli estrogeni (femminili)
  • l’adrenalina, chiamata anche ormone dello stress, che viene liberata per rspondere a situazioni critiche (paura, confronto, etc). Queste emozioni riguardano direttamente l’ipotalamo che esegue il suo compito aumentando il ritmo cardiaco, il tasso di glucosio nel sangue e la contrazione dei visceri. L’organismo è così pronto a compiere uno sforzo considerevole.

 

Secondo Chakra

Il secondo centro, detto sacrale o del sacro, è situato nella zona dell’osso sacro, all’altezza della vertebra corrispondente; è legato alla creazione e alla riproduzione; è il centro che dispone dell’energia più forte di tutto il corpo. E’ collegato alle ghiandole sessuali , ovaie per la dona, testicoli per l’uomo. Le ovaie producono la follicolina e il progesterone, i testicoli il testosterone. Questi ormoni influenzano la voce; infatti il sacro è collegato al centro laringeo situato, come dice il nome, all’altezza della laringe. E’ dunque frequente osservare che le persone con problemi a livello genitale hanno anche difficoltà con la voce, con le vie respiratorie e la tiroide.

I rancori, l’odio, i sensi di colpa, la gelosia, le passioni, l’orgoglio o la cupidigia che nutriamo drenano molta energia dal centro del sacro; questo colpisce le parti liquide del nostro corpo, come il sangue e la linfa, nonché  le vie respiratorie e la tiroide.

 

Terzo Chakra

Il terzo centro, il centro solare, è situato all’altezza del plesso solare, sopra all’ombelico. E’ il centro delle emozioni e dei desideri, e la ghiandola che gli corrisponde è il pancreas.

Il pancreas è una ghiandola digestiva a secrezione interna ed esterna, situata dietro allo stomaco. Secerne l’insulina o ormone antidiabetico (secrezione interna) e il succo pancreatico (secrezione esterna) destinato a favorire la digestione. Una persona che vive molte emozioni può avere difficoltà a digerire; se queste emozioni sono prolungate e se la persona vive per un lungo periodo una fase di tristezza, questo può provocare l’ipoglicemia e, in forma più grave, il diabete.

Spesso la “malattia dello zucchero” (ipoglicemia o diabete) viene associata a una mancanza di gioia. La tristezza può provenire da una svalutazione della persona, che non si sente all’altezza, da paure profonde, sensi di colpa, oppure da situazioni che non accettiamo e vediamo senza vie d’uscita.

Troppe emozioni richiedono grande energia al plesso solare e in tal modo influiscono sull’apparato digerente, circolatorio e cardiaco, oltre che sul sistema nervoso perché questi centri sono correlati.

 

Quarto Chakra

Il quarto centro, il centro cardiaco, è situato all’altezza del cuore; è connesso all’amore. La ghiandola che gli corrisponde è il Timo, incaricata della difesa dell’organismo. Il timo è attivo nel bambino poi, verso i quindici anni, viene sostituito nelle sue funzioni dalla catena dei gangli linfatici. Il centro cardiaco è collegato al sistema circolatorio: si tratta della circolazione della vita.

Una ricerca recente sulla salute fisica e sul benessere psicologico ha dimostrato senza ombra di dubbio che le persone felici godono di una migliore salute ; si è anche constatato che l’AIDS, sindrome da immunodeficienza acquisita, non colpisce le persone felici di vivere.

L’amore e la gioia di vivere sono in diretto collegamento con la nostra immunità. E’ dunque di primaria importanza alimentare l’amore per se stessi in primo luogo, e poi l’amore per gli altri. Come diceva Gesù : “ama il prossimo tuo come te stesso”.

 

Quinto Chakra

Il quinto centro, il centro laringeo, è la sede della creatività e della verità, ed è situato, come dice il nome, all’altezza della laringe; è connesso alla ghiandola della tiroide.

La tiroide svolge un ruolo importante nella crescita e nel metabolismo in generale, producendo un ormone che si chiama tiroxina. I disturbi alla tiroide possono essere collegati a un problema al centro del sacro ( abuso sessuale, odio rancore, etc).

La difficoltà di esprimersi oppure l’impiego insufficiente della propria creativita, possono anch’essi generare problemi con la voce e le vie respiratorie. Più i miei centri sono in armonia, più ho energia per creare e, soprattutto, cosa importantissima, divento il creatore della mia vita.

 

Sesto Chakra

Il sesto centro, il centro frontale, quello del pensiero, dell’intuizione, della preveggenza, è situato fra i due occhi. E’ detto anche terzo occhio. La ghiandola che gli è collegata è l’ipofisi, detta anche ghiandola pituitaria o ghiandola-maestra, perché presiede a tutte le altre ghiandole.

L’ipofisi secerne diversi ormoni: l’ormone antidiuretico che favorisce la ritenzione idrica nell’organismo; il tireotropo che dirige il funzionamento della tiroide; i gonadotropi a cui si devono la maturazione del follicolo ovarico e il funzionamento dei testicoli; e l’ACTH che regola il funzionamento della corteccia surrenale. Inoltre, essendo in collegamento con il cervello, l’ipofisi svolge un ruolo rilevante nel sistema nervoso.

E’ facile cogliere l’importanza dell’ipofisi: ha il compito di captare l’ossigeno e la forza vitale, prana, contenuti nell’aria che respiriamo, e distribuirli a tutte le cellule del corpo.

Il centro frontale è in diretta correlazione con i centri cardiaco e solare, sicchè più acquietiamo il centro frontale con respirazioni profonde e senza sforzo, o con la meditazione, e più acquietiamo i centri cardiaco e solere e , di conseguenza, meglio governiamo le nostre emozioni.

Vivere molte emozioni intacca il centro cardiaco e frontale e quindi cuore e sistema nervoso. I problemi legati all’ipofisi provengono spesso da uno squilibrio di pensiero.

Più il centro frontale è attivo, più siamo aperti alla nostra intuizione, e maggiore è il nostro potere sugli eventi della nostra vita.

 

Settimo Chakra

Il settimo centro (settimo cielo), il centro coronale, è situato sulla sommità del capo ed è collegato alla ghiandola pineale; il centro coronale corrisponde a quella parte della testa che, nel bambino piccolo, chiamiamo fontanella.

La ghiandola pineale è poco nota in medicina allopatica, ma è precisamente quella che ci collega al nostro corpo spirituale. L’alone che vediamo rappresentato intorno alla testa dei santi indica giustappunto l’energia di questo centro.

La meditazione e il servizio reso agli altri aumentano l’attività di questo centro energetico.

 

Chakra e Yoga

 

 

 

“Se il Corpo cambia, lo Spirito cambia. Se lo Spirito cambia, il Corpo cambia.”

 

Questa simultaneità psicosomatica fu percepita, compresa e descritta già centinaia di anni fa tramite il simbolismo dei Chakra,  ruote energetiche poste in 7 punti chiave del nostro corpo, vere e proprie porte dalle quali nascono e si propagano campi vibrazionali.

 

Da qui dunque la stretta interdipendenza corpo-mente propria dello yoga. Secondo questa antichissima disciplina, la quale pone il corpo al centro del suo “sistema” e dal corpo parte e sul corpo opera, non esisterebbero limiti precisi tra materia e spirito, e quindi tra corpo e mente. Ecco dunque che dall’iconografia dei Chakra dello yoga traspare un mondo simbolico che, lungi dal limitarsi unicamente a stati di coscienza o a esperienze spirituali, sembra riferirsi a parti e funzioni del corpo ben precise.

Senza che una cosa escluda o entri in contraddizione con l’altra, bensì trovando il centro, il vero e proprio cuore che unifichi in un’unica legge, in un unico ritmo, piani diversi della stessa realtà; come se da ogni chakra, da ogni ruota, si espandesse in cerchi successivi un piano diverso della stessa realtà: dal più denso, corporeo, al più eterico, spirituale.

 

“Il simbolismo dei chakra rappresenta in questo senso la vera e propria chiave di questa unità/contemporaneità, materia/spirito, corpo/mente, cosmo/microcosmo, che emerge dal pensiero e dalla pratica yoga: l’espressione delle leggi unitarie che sottendono i diversi piani dell’esistenza.” (F. Zanchi)

Da qui la pratica dell’Energizzazione dei Chakra, e quindi del corpo dell’uomo così come lo vediamo ma, ancor di più, quale esso è espresso e simbolizzato nei chakra, non “solo un

corpo” ma una contemporaneità di esistenza di tutte quelle forze che in esso e nel cosmo intero agiscono.

Assenza di gravità  yoga

 

Assenza di gravità  Yoga è un metodo antiage, un modo per mantenere la propria colonna vertebrale flessibile, aumentando così la mobilità.

In questa tecnica, oltre ai numerosi vantaggi per la salute, si possono  anche compiere le inversioni senza causare compressione delle vertebre, vitale per mantenere una maggiore mobilità.

Il nome ne rivela immediatamente la caratteristica peculiare: gli esercizi di questa disciplina vengono compiuti in sospensione. In che modo? Semplice: le lezioni si svolgono in un ambiente dove sono presenti delle postazioni di lavoro aeree, costituite da particolari amache.

I benefici partono dalla compressione discale pari a zero durante le inversioni, la decompressione della spina dorsale attraverso una lieve trazione e un aumento dell’idratazione dei dischi vertebrali, maggiore flessibilità muscolare, riduzione della tensione muscolare attraverso tecniche di auto massaggio delle amache di tessuto aereo, rafforzamento della muscolatura di sostegno, rafforzamento della muscolatura degli arti superiore e inferiore, una maggiore consapevolezza cinestesica, l’ottimizzazione della gestione dell’equilibrio (recettori sensoriali) migliorando l’agilità, la mobilità articolare, allenamento cardiovascolare senza rischio, valorizzazione dell’autostima attraverso il processo di conquista e controllo della paura e dell’equilibrio, miglioramento del riflesso.

 

Assenza di gravità  Hammock

 

 

 

Le discipline Assenza di gravità zionali vengono praticate con l’ausilio di qualsiasi supporto Assenza di gravità zionale: dalla sedia (valida soprattutto per persone obese), a speciali “amache Assenza di gravità zionali” con all’interno i seguenti supporti: trapezi, funi con maniglie, elastici, luci laser colorate, essenze profumate, pietre. Come si può intuire il vantaggio di tali strumenti sta nel fatto che permettono di svolgere innumerevoli attività olistiche tradizionali all’interno dell’amaca, avvolti dal tessuto e sospesi in aria in assenza di gravità, potenziando fortemente i benefici che ne derivano.

Si potranno quindi praticare esercizi di yoga, pilates, meditazione, massaggi sonori con campane tibetane, tantra, pittura energetica, culla olfattiva e tanto altro ancora, in un insieme di pratiche olistiche ad indirizzo Assenza di gravità zionale, ideate appositamente per armonizzare ed incrementare il benessere sul piano fisico, mentale e spirituale.

Uno tra i più importanti benefici dell’Assenza di gravità  Hammock è quello che si trae dalle inversioni, in particolare dalla posizione a candela, a testa in giù quindi, e che rappresenta una della asana dell’Atha Yoga. In tale posizione infatti è facilitata l’assimilazione dell’amrita, l’essenza di lunga vita che si trova nel palato e che secondo gli antichi yogi indiani, succhiata nella posizione della candela, permette di restare in vita e “in forma” 3/4 anni di più rispetto al normale ciclo biologico.

 

Il Respiro

 

Vivendo in modo consapevole il nostro corpo, stabiliamo un ponte con lo spirito e veniamo a diretto contatto con il PRANA, l’energia che è presente in ogni cosa. Ma quante volte viviamo veramente in modo consapevole il nostro corpo?

Le nostre attività con le loro complicazioni emozionali e la nostra identificazione con il mondo esteriore ci riempiono completamente. Perdiamo il contatto con noi stessi, siamo inconsapevoli, prigionieri della materia. Ma come possiamo vivere in modo consapevole il nostro corpo e con esso noi stessi, se non siamo presenti?

Il modo più semplice ed efficace di percepire consapevolmente il nostro corpo e di ricondurre insieme le nostre “parti disperse” è la respirazione consapevole.

Il respiro ci conduce al presente, il respiro a cui doniamo consapevolmente la nostra attenzione.

Con la respirazione consapevole non solo ritorniamo al presente e riportiamo i nostri pensieri e sentimenti al corpo, non solo sentiamo il corpo più intensamente e percepiamo più chiaramente i nostri sentimenti e i nostri pensieri, succede molto di più: ci colleghiamo direttamente al flusso universale della vita, il Prana.

Può essere che ci sentiamo più attenti e più vitali del solito e che percepiamo un improvviso aumento della nostra energia. Ma è anche possibile che ci sentiamo molto più stanchi, soprattutto se prima abbiamo abusato delle nostre forze;in questo caso il corpo si riprende ciò che a lungo gli abbiamo negato.

Ma ciò che è più importante per il nostro tema è che la respirazione consapevole ci mette in contatto con i nostri chakra, perché essi sono gli organi di ricezione del flusso sottile del Prana che è racchiuso nell’aria che respiriamo.

Il respiro è il veicolo dello spirito. Esso stabilisce il collegamento tra spirito creatore e materia .E’ questo il motivo per cui in tutte le culture il respiro è ritenuto l’alito divino della vita che tutto vivifica, e viene identificato con l’anima

Respirazione consapevole ha molti effetti: ci rende più consapevoli e più chiari, rigenera il nostro organismo e può guarirci ad un livello molto profondo. Inoltre la respirazione consapevole libera i canali spesso ostruiti della nostra ispirazione. Ci aiuta –di solito senza che ce ne accorgiamo – a liberarci dai nostri pensieri limitanti e dai nostri pregiudizi, fa crescere le nostre capacità creative, ci rende più aperti e ci permette quindi di avere sorprendenti intuizioni.

 

 

Visualizzazione

 

Creiamo un’immagine visiva, quindi una visualizzazione, quando ci vediamo ad esempio come luce radiante, come roccia, come acqua che scorre o come uccello che volteggia alto nel cielo.

La nostra capacità immaginativa è una forza spirituale di straordinaria efficacia.

Con essa – e dipende dalla nostra preparazione ed esperienza – possiamo influenzare il nostro corpo e le sue funzioni.

Il nostro corpo è un soggetto molto adatto a sperimentare la validità di questa affermazione perché ci permette di avere un immediato controllo del risultato.

Se ad esempio ci immaginiamo che la nostra mano diventi calda e che al calore venga dato molto spazio, dopo breve tempo la mano si riscalderà in modo chiaramene percepibile.

Purtroppo non ci riusciamo sempre, e specialmente quando impieghiamo la nostra volontà pensando: deve riuscire!

Durante la visualizzazione è necessario avere un certo atteggiamento mentale..

Da un lato dobbiamo evitare di pretendere con forza qualcosa, dall’altro dobbiamo rilassare il più possibile la nostra consapevolezza.

Poiché le visualizzazioni possono influenzare assai profondamente non solo il nostro corpo, ma anche la nostra consapevolezza, è bene sentire dentro di noi se una certa visualizzazione nel momento in cui la vogliamo fare ci fa bene.

Ci sensibilizziamo in questo senso, se prima di una visualizzazione ci assicuriamo che con essa non vogliamo danneggiare né noi, né gli altri!

 

Viaggio della Fantasia

 

Immaginiamo di metterci in viaggio avendo infinite possibilità davanti a noi, poiché nella nostra fantasia non dipendiamo dal tempo e dallo spazio e non veniamo ostacolati dalla materia solida.

Nella nostra immaginazione possiamo in un attimo scalare un’alta montagna, attraversare grosse mura, librarci nell’aria, volare, trasformarci in qualsiasi oggetto o in qualsiasi essere, andare sia in un immaginario futuro, sia nel nostro passato già vissuto.

Possiamo incontrare persone distanti da noi centinaia di chilometri, possiamo persino incontrare persone che non abbiamo mai incontrato nella nostra vita reale.

Le visualizzazioni e il viaggio della fantasia possono fondersi l’uno con altro.

Meditazione

 

La meditazione non è un’attività, bensì, come dicono i maestri, uno stato in cui siamo consapevoli della “natura dello spirito”, cioè della nostra continua e incontrastata unione con il grande spirito.

Questo stato non può essere descritto a parole.

Tutti coloro che lo raggiungono lo definiscono come uno stato libero dai pensieri e libero dal continuum tempo-spazio.

Lo stato di meditazione viene raggiunto con la totale concentrazione dell’attenzione nel momento presente. È una pratica volta quindi all’auto-realizzazione. Lo scopo religioso, spirituale, filosofico o il miglioramento delle condizioni psicofisiche nella meditazione sono una scelta prettamente personale.

Tale pratica, in forme differenti, è riconosciuta da molti secoli come parte integrante di tutte le principali tradizioni religiose. Nelle Upaniṣad, scritture sacre induiste compilate approssimativamente a partire dal VII secolo, è presente il primo riferimento esplicito alla meditazione che sia giunto fino a noi, indicata con il termine sanscrito dhyāna.

Nell’ambito della psicosintesi è definita uno stato della coscienza che può essere ottenuto mediante l’indirizzamento volontario della nostra attenzione verso un determinato oggetto (meditazione riflessiva) o mediante la completa assenza di pensieri (meditazione recettiva).

Nella meditazione riflessiva l’oggetto della meditazione può essere qualsiasi cosa. In genere nella pratica vengono utilizzate visualizzazioni di elementi che riguardano il mondo interiore o di semplici oggetti, per raggiungere uno maggiore stato di concentrazione e di ponderazione. Questo è un tipo di meditazione usato spesso dalla cultura occidentale.

La meditazione recettiva ha come scopo l’assenza di pensieri e permette alla mente di raggiungere un livello di “consapevolezza senza pensieri”, ovvero libero dall’attività psichica dell’essere umano, talvolta caotica e confusionaria. È un tipo di meditazione tipica di numerose filosofie e religioni orientali. Entrambi richiedono fasi di concentrazione e la visualizzazione. 

 

 

Meditazione dei chakra

Con questa esperienza di dirige l’attenzione verso ogni chakra, a turno, prima focalizzandosi  sulle sensazioni fisiche,  poi usando l’immaginazione, la  capacità di creare immagini, per produrre l’esperienza dei colori nei chakra.

Non c’è differenza tra l’immaginazione e la visualizzazione, a eccezione del fatto che molte persone credono  più nella propria capacità di immaginare che in quella di visualizzare.

Vi verrà chiesto di immaginare dei colori in posti specifici, e si potrebbe avere l’impressione che ve ne siano di diversi. Se questo accade, si può registrare l’impressione di un altro colore e poi eliminarlo per mettere al suo posto il colore corretto.

Si può fare immaginando di proiettare, nel chakra, una luce del colore giusto, o di dipingerlo, oppure mettendo sul chakra qualcosa che abbia il colore  voluto.

Alla fine saremo in grado di creare un’impressione del colore giusto, nel posto giusto, e di vederne l’effetto.

 

 

 

PRIMO CHAKRA

 

Il primo centro energetico è la base del nostro modello dei chakra.

E’ paragonabile alle fondamenta di una casa. Se queste sono solide, si potranno costruire su di esse molti piani e non si dovrà temere per la stabilità della casa.

MULADHARA                  RADICE

Muladhara è radice e base del nostro albero della conoscenza.

Si trova tra l’ano e i genitali ed è considerato l’origine di tutti i canali energetici sottili perché in esso si incontrano IDA, PINGALA e SUSHUMA.

Ospita inoltre la KUNDALINI (la forza del serpente), il simbolo della forza cosmica che pervade anche la forma più densa della materia.

 

Il principio dell’essere, TATTVA,  di questo centro è la Terra le cui qualità prevalenti sono la densità, la solidità e la stabilità.

Ma ricordiamoci che il chakra Muladhara, come tutti gli altri centri energetici, non è rintracciabile nel corpo fisico. E’ un “organo” che riceve, trasforma e ridistribuisce l’energia cosmica. I suoi flussi energetici sono di natura sia fisico-energetica, sia psichica, sia spirituale.

La terra dicevamo prima di tutto è solidità, durezza, densità, stabilità, durata.

La terra rappresenta la base della creazione materiale e delle sue leggi, fra cui si trovano le leggi fondamentali della fisica ( es. legge di gravità). La terra significa quindi ordine; essa è ciò che dà durevolezza alla creazione.

Partendo da queste qualità fondamentali possiamo esplorarne altre, ad esempio considerando ciò che esse significano per noi e come agiscono in noi a livello psicologico.

Solidità, stabilità e durevolezza a livello psicologico significano per noi sicurezza, pace e forza. La loro assenza produce in noi insicurezza, inquietudine, paura e persino panico, perché non abbiamo più nulla su cui contare. Ci sentiamo deboli e impotenti.

La Terra dà stabilità; ad essa vengono associate le ossa, i tendini, i muscoli, la membrana cellulare. Questa solidità dà struttura e forma al nostro corpo, senza l’elemento della solidità cadremmo a pezzi.

Certi organi e le loro funzioni hanno uno speciale collegamento con il tattva della terra, ad esempio l’intestino retto e il retto e le loro funzioni escretorie, le ghiandole surrenali con la loro produzione di adrenalina e di noradrenalina, il plesso pelvico e le sue funzioni, il naso e il senso dell’olfatto.

Questi organi operano a servizio dell’intero organismo. Come questo tattva anche tutti gli altri sono onnipresenti in tutto il corpo. Il nostro corpo è tessuto dai 5 elementi come una stoffa i cui fili sono inestricabilmente intrecciati.

Continuando ad approfondire i significati dell’elemento terra, immaginiamo, uno dopo l’altro, una nuda roccia, una duna di sabbia, una palude in cui potremmo sprofondare, un terreno gelato o un campo fertile dal quale spuntano i primi germogli di grano in primavera.

Quali moti dell’animo suscita in noi ciascuna di queste forme di manifestazione e quali atteggiamenti mentali vi corrispondono?

Inoltre la terra può estendersi pianeggiante di fronte a noi, può innalzarsi e formare una montagna insormontabile, o può rallegrarci in forma di pietra preziosa e suscitare in noi il desiderio di possederla. Per quanto varie possano essere le manifestazioni dell’elemento terra, troveremo sempre in esse le leggi del tattva.

Terra significa qui e ora, significa presenza, esistenza e anche forza, chiarezza ed evidenza che ne derivano. Alla terra appartiene l’essenzialità, come dire “è così e non diversamente da così”

Il principio dell’essere ci impone le sue leggi che incontriamo come realtà polare. Ma sta a noi scegliere quale esperienza concreta fare con esse. Può infatti essere per noi molto doloroso opporci o lottare contro questo “è così”. Ma possiamo anche fare l’esperienza risanatrice di sentirci protetti se ci abbandoniamo con fiducia alle sue leggi.

In questo caso la terra non sarà più vista come luogo ostile, ma si trasformerà in un essere che si prende cura di noi, in quell’essere che gli indiani chiamano amorevolmente madre terra.

 

 

 

I simboli tradizionali dei chakra con le loro forme geometriche, il diverso numero dei petali di loto e i suoni ad essi associati risalgono a tradizioni antiche di migliaia di anni. I simboli rappresentano i diversi livelli di manifestazione che corrispondono ai chakra

 

 

Simbolo

Il simbolo del primo chakra ha al suo centro un quadrato racchiuso in un cerchio dal quale spuntano 4 petali di loto. In tutto l’Oriente i petali di loto sono il simbolo della crescita spirituale dell’essere umano.

Il quadrato nel centro è di un colore che sta tra il giallo e l’ocra chiaro. Esso simboleggia il tattva della terra e rappresenta la terra creata e le sue leggi, la terra che si estende in direzione dei 4 punti cardinali, le quattro stagioni e le quattro direzioni ( tre dello spazio e quella del tempo), e contemporaneamente anche i quattro elementi fondamentali della creazione : terra, acqua, fuoco, aria.

I 4 petali di loto sono di colore rosso scarlatto, come il sangue, e ripetono il motivo del 4, il numero della terra.

Sono considerati tra l’altro il punto di partenza di importanti canali energetici.

La vibrazione del primo chakra corrisponde alla sillaba LAM.

 

 

 

 

 

 

 

Essenze

Le essenze che aiutano a riequilibrare un chakra base disequilibrato sono tutte quelle provenienti da alberi con profonde radici nella Terra, come legno di sandalo, di cedro e di rosa, cipresso, olmo. Altre essenze che lavorano in particolare nelle manifestazioni di ansia, depressione e paura relativamente a blocchi nel primo centro, sono geranio, rosa, melissa, vetiver, patchouli, ylang ylang e incenso. Questi oli essenziali aiutano a rompere il senso di isolamento e ci riportano in connessione con il corpo fisico e con la terra. Ci rassicurano sul fatto di esistere in questa terra e di essere parte di un tutto.

 

 

 

Tavola riassuntiva di Muladhara

 

 

 
Funzione Psicologica Gioia di vivere, quantità di energia fisica. Sopravvivenza, sicurezza, fiducia, radici
Associazione Sensoriale Olfatto
Sistemi  Associati Colonna vertebrale, reni, vescica, parte terminale dell’intestino
Nervi Plesso Sacrale
Ghiandole Ghiandole Surrenali
Elementi Terra
Colori Rosso
Nota Musicale Do
Cristallo Tutte le pietre rosse, in particolare il Diaspro Rosso
Profumo cipresso, cedro, chiodi di garofano, vitiver
Bijamantra Lam

 

 

 

 

 

 

 

 

ENERGIZZAZIONE DEL PRIMO CHAKRA IN AMACA

 

Useremo un’amaca Assenza di gravità zionale di colore rosso e prepareremo il setting accendendo un incenso per purificare l’ambiente. In precedenza avremo decorato una parete con l’immagine simbolica del Primo Chakra.

 

Per potenziare il lavoro sul primo chakra e andare in risonanza con esso ,sceglieremo un olio essenziale primo chakra e inviteremo l’utente a metterne una goccia sul coccige e una goccia sotto ciascun piede, accompagnando l’applicazione con leggeri movimenti circolari.

 

Il Fuso

Stendere le braccia perpendicolarmente verso terra. Appoggiare la parte alta dello sterno a novanta gradi all’interno dell’amaca. Piegare le ginocchia portando il peso sul tessuto sotto alle ascelle.

 

 

 

 

Portare il peso indietro fino a quando il corpo risulterà in asse.

Allineare le braccia lungo il corpo. Mantenere il petto aperto. Premere bene i piedi a terra (radicamento del primo chakra). Inviare l’energia fuori dalla parte alta della testa.

Per evitare che il tessuto comprima le spalle, lasciare il petto ben aperto.

 

 

 

 

 

 

 

Piegare ora le ginocchia e , passando dal centro, portare il corpo in avanti. Questa volt aprire le braccia lateralmente o addirittura portarle sopra la testa.

Un’altra variante possibile sta nel sollevare i talloni da terra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Visualizzazione nella posizione della Sedia

 

Un’altra posizione che si può fare con l’imbracatura sotto le ascelle, è una variante della sedia.

 

 

 

Mettere le ginocchia oltre la metà dei piedi. Coinvolgere le cosce e i quadricipiti in modo che il peso venga meglio distribuito e trasferito il più possibile fuori dall’imbracatura.

Scaricare il perso sulle gambe e non sulle ascelle, dando attenzione alla pressione e al radicamento dei piedi al suolo.

 

 

 

Consapevolezza del corpo

L’imbracatura può fermare la circolazione del sangue nelle braccia e potreste sentire un formicolio che vi comunica che la circolazione sta diminuendo. Se così fosse fermati fino a sentire che il normale flusso si è riattivato, poi, continua.

 

Quando sarai sufficientemente allenato e riuscirai a restare nella posizione della sedia per alcuni minuti, potrai procedere alla visualizzazione che segue.

 

Chiudere gli occhi.

Attivare la respirazione consapevole per un minuto circa.

Concentrare l’attenzione  sull’aria che entra ed esce dolcemente dal nostro corpo.

Dopo circa un minuto ci sentiremo più rilassati e distesi.

Cercare ora di visualizzare l’immagine di una roccia.

La roccia rappresenta l’aspetto forte e maschile dell’elemento terra.

Identificarsi sempre di più con essa.

Cosa suscita in te? La roccia rispecchia una forza cosmica che esiste anche in te; soffermati ad osservarla.

Ora concentrati su questa affermazione e ripetila nella tua mente : “Io sono la roccia, sono solidità, durevolezza, sono forza e durezza, potenza. Sono centrato in me stesso. Sono invulnerabile. Mi sento sicuro”.

 

Mentre ascolti queste frasi, lascia affiorare in te delle immagini.

Che aspetto ha la tua roccia? E’ gigantesca o piccola, è spoglia ed ostile o è coperta di vegetazione? Ascolta i sentimenti che essa risveglia in te. Quali ti sono familiari e quali invece ti suscitano avversione?

 

“Ho un’infinità di tempo. Sono in questo luogo da centinaia di anni. L’autunno, l’inverno, la primavera e l’estate mi passano davanti, anno dopo anno. Amo il sorgere del sole e seguo ora dopo ora il suo movimento attraverso il cielo, finché a sera il suo rosso fuoco mi sommerge.

Io sono pazienza, sono quiete, sono durevolezza, sono un pezzo di eternità”.

 

Con un atto di volontà tornare poi lentamente al proprio respiro, al proprio corpo e con il proprio tempo tornare al momento presente e riaprire gli occhi.

 

Dopo questa visualizzazione si possono annotare le proprie esperienze e sensazioni su un foglio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Meditazione nella posizione del Loto

 

Stendere l’amaca e scavalcarla con una gamba nel senso orizzontale, mantenendo il tessuto più aperto possibile.

Sedersi all’interno in modo che il tessuto resti sotto le cosce e i glutei.

Prendere il tessuto avanti a voi con entrambe le mani.

 

 

 

 

 

Una alla volta, portare le gambe all’interno incrociando le caviglie appena sotto le mani.

Spingere con la testa indietro sul tessuto per allungare la colonna vertebrale.

 

 

 

 

 

Ora chiudere gli occhi.

Attivare la respirazione interrotta: effettua l’inalazione dal naso in due fasi successive facendo una pausa brevissima (non più di un secondo) tra una frazione e l’altra. Riempiti dal basso all’alto, secondo questo ordine: nella prima fase dell’inalazione riempi l’addome, nella seconda il torace.

Esala dalla bocca in modo rapido e profondo, svuotati dall’alto al basso, così da avere la sensazione che l’espiro cada nel corpo mentre il diaframma si solleva. Uscendo dalla bocca aperta l’aria produce un suono simile ad una haaa, accentua volutamente il suono spontaneo dell’espiro.

Inala ed esala senza pause.

Continuando la respirazione interrotta porta l’attenzione al primo chakra.

Esso si trova nell’area del perineo, il suo colore è il rosso scuro.

Visualizza una luce rosso scuro in quest’area.

Mediante la concentrazione porta la respirazione nell’area primo chakra: respira come se l‘aria entrasse e uscisse attraverso la luce rossa, perforando il perineo.

Ad ogni inalazione senti che stai assorbendo l’energia della terra attraverso il tuo primo chakra, ad ogni esalazione lascia che l’energia della terra esca da te disperdendosi nell’aria.

Medita sulla tua unione con la terra.

Il tuo primo chakra è come un tunnel che si cala nella terra e ti collega a lei in modo inscindibile. Tu vivi i medesimi turbamenti della terra, condividi le sue tristezze, le sue ansie..

La terra è uno degli elementi che ti compongono: tu sei fatto di terra.

Senti che, attraverso la tua respirazione e la tua disposizione interiore, stai purificando l’elemento terra che è in te e nella natura.

 

 

Dopo questa meditazione si possono annotare le proprie esperienze e sensazioni su un foglio.

 

SECONDO CHAKRA

 

Il secondo centro energetico è SVADHISTHANA.

SVADHISTHANA è, dopo Muladhara, la seconda stazione che raggiungiamo salendo lungo l’albero della conoscenza.

Lo SVADHISTHANA è situato lungo la spina dorsale all’altezza del sacro e , visto da davanti, si trova quattro dita sotto l’ombelico.

SVADHISTHANA                    COLLOCATO NEL SUO PROPRIO POSTO

Esso rappresenta la nostra forza vitale e tutte le funzioni che garantiscono la nostra più elementare sopravvivenza, come l’attività nervosa, la circolazione sanguigna, la respirazione, l’attività cerebrale.

L’aspetto indomito della forza del secondo chakra da sempre rende insicuro l’essere umano sulla strada della sua evoluzione da creatura naturale a creatura culturale.

Lo si vede bene nel suo rapporto con la sessualità, che è una delle espressioni di questa forza.

Ma troppo spesso consideriamo la sessualità solo come istinto o istintività e dimentichiamo che questo “istinto” è ciò che preserva la nostra specie e – in senso più ampio – la creazione.

Le forze indomite si sottraggono, assieme a chi le possiede, ad ogni forma di controllo.

E’ per questo motivo che da sempre i governanti e le istituzioni, il cui obiettivo è quello di controllare gli uomini, cercano di indebolirne la vitalità.

E’ sufficiente creare un conflitto tra i pensieri, i sentimenti, le esigenze fisiche e l’energia vitale perché esse venga imbrigliata.

E sappiamo bene quanto dolore e quante deformazioni di energia ciò possa causare.

Nel racconto biblico della creazione per esempio, è proprio il serpente, per altro simbolo della vitalità, a indurre Adamo ed Eva, dopo averli sedotti, a vergognarsi della loro sessualità (“ e conobbero che erano nudi; perciò cucirono delle foglie di fico e se ne fecero delle cinture”).

Tale vergogna non è altro che il sopracitato conflitto che indebolisce la forza vitale.

Naturalmente anche l’esperienza del piacere è obiettivo dell’oppressione, non solo il piacere sessuale, ma anche il piacere e la gioia di vivere. Di entrambi non si deve evidentemente godere.

Quanto efficaci siano ancora oggi –  in questi nostri tempi apparentemente illuminati – i tentativi che da sempre si sono fatti per indebolire queste forze, possono testimoniarli ampiamente i terapisti.

L’aumento delle depressioni che essi registrano, può avere molteplici cause, ma sostanzialmente si possono ricondurre tutte alla mancanza di vera gioia di vivere.

Le depressioni sono il risultato di un radicale indebolimento dell’energia del secondo chakra.

Il flusso vitale in noi rallenta e si blocca.

 

 

Rafforziamo e armonizziamo l’energia dello SVADHISTHANA, lasciando agire in noi il suo tattva, l’elemento acqua e le sue qualità.

Il tattva dell’acqua rappresenta lo scorrere e il fluire.

La rigidità dell’elemento terra si trasforma in movimento, il solido inizia a fluire.

Se osserviamo la  manifestazione di questo tattva ossia l’elemento acqua e le sue proprietà, possiamo avere un’idea della sua efficacia.

“ Le caratteristiche fondamentali dell’elemento acqua sono i suoi movimenti ritmici e ondulatori, l’intrinseca tendenza ad assumere qualsiasi forma e ad unire ciò che originariamente era diviso. L’acqua ha inoltre la capacità di inglobare sostanze, ad esempio minerali, e di trasportare materiali in sospensione. In questo modo – basti pensare alla circolazione sanguigna – certe sostanze possono essere portate agli organi a cui sono destinate o dagli organi prelevate e sostituite per ottenere un effetto di purificazione”. J. Walter

 

L’acqua è la linfa vitale di tutti gli esseri di questa terra è l’uomo è composto per tre quarti da acqua. L’embrione umano si sviluppa nel liquido amniotico. Dalla ricerca scientifica sappiamo che la vita organica si è sviluppate prima nell’elemento acquoso. Per questo l’acqua è probabilmente considerata in molte scuole spirituali l’elemento originario della creazione.

Nel taoismo la sede di questo chakra, il bacino inferiore, viene denominata “tantien” , “la grande acqua”.

Tutti i liquidi del corpo, come sangue, linfa, liquido cellulare, e gli organi come i reni e tutte le ghiandole sono sottoposti all’influsso del tattva dell’acqua , tra le ghiandole soprattutto quelle sessuali.

 

L’elemento acqua rappresenta il femminile e il materno.

Andare a prendere l’acqua è stato sempre compito delle donne.

La fontana e la sorgente d’acqua sono in molte fiabe e in molti miti simbolo della sorgente della vita.

 

Il secondo chakra rappresenta il rapporto primordiale tra madre e figlio e la fiducia originaria del bambino verso la vita su questa terra.

Allo stesso modo rappresenta anche la fiducia   di fondo verso il partner, verso il prossimo e verso tutta la vita, fiducia che è basata sulla sicurezza che la vita offra tutto ciò che è necessario.

Il secondo chakra è considerato quindi il luogo dei sentimenti profondi e primordiali, come ad esempio la paura e la tristezza.

Essi emergono quando la fiducia di fondo vacilla o quando il legame con una persona cara viene interrotto dalla morte o da una separazione.

 

 

Simbolo

 

Il simbolo del secondo chakra ha sei petali di loto di color arancione.

Una parte fondamentale del simbolo di questo chakra è la falce di Luna disegnata orizzontalmente che rappresenta l’elemento acqua.

E’ di colore bianco argenteo e rappresenta la Luna Crescente.

La sillaba nel simbolo del chakra indica il suono originario VAM.

Attraverso di esso si manifesta questo centro.

 

 

Essenze

 

Il secondo chakra ci incoraggia a sentire i sentimenti che sorgono quando ci apriamo alla vita, permettendoci e accettando quello che viene, per come viene, assaporandone la dolcezza e, se necessario, l’asprezza. Al lasciare andare le resistenze anche il bacino si rilassa, gli organi riproduttivi si rilassano e ci apriamo alla sensualità. Siamo in grado di esprimerci con spontaneità e gioia.

Alcuni tra i segnali di disequilibrio in questo chakra sono paura del piacere, resistenza al cambiamento, un comportamento eccessivamente dominato dalle emozioni o ancora un rapporto disequilibrato con il sesso.

Per equilibrare il secondo chakra attraverso gli oli essenziali, utilizziamo prevalentemente oli freschi, dolci, fruttati.

L’olio essenziale di arancia dolce, ad esempio, libera ed equilibra; quello di neroli (la zagara, il fiore dell’arancio) permette al secondo chakra di fiorire; e ancora l’olio di mandarino rosso, lavanda e gelsomino.

L’olio di semi di carota radica il secondo chakra alla terra,  radicando le emozioni, mentre l’essenza di geranio mette in comunicazione secondo e quarto chakra, il cuore.

 

 

 

 

 

 

 

Tavola riassuntiva di Svadhishthana

 

 

 

Funzione Psicologica Piacere mentale e spirituale, scambio fisico, qualità dell’amore, sessualità
Associazione Sensoriale Gusto
Sistemi  Associati Organi riproduttivi, sistema urinario
Nervi Plesso Lombare
Ghiandole Ghiandole Gonadi
Elementi Acqua
Colori Arancio
Nota Musicale Re
Cristallo Tutte le pietre arancio, in particolare la Calcite, la Corniola
Profumo Arancio, Salvia, Sandalo
Bijamantra Vam

 

 

 

ENERGIZZAZIONE SECONDO CHAKRA IN AMACA

 

Useremo un’amaca Assenza di gravità zionale di colore arancio e prepareremo il setting accendendo un incenso per purificare l’ambiente. In precedenza avremo decorato una parete con l’immagine simbolica del Secondo Chakra.

 

Per potenziare il lavoro sul secondo chakra e andare in risonanza con esso ,sceglieremo un olio essenziale secondo chakra e inviteremo l’utente a metterne una goccia quattro dita sotto l’ombelico, accompagnando l’applicazione con leggeri movimenti circolari.

 

 

Serie Frontale in Amaca Bassa

 

Sdraiarsi sul tappetino sotto l’amaca in modo da afferrarla con le mani.

Quando avrete inserito le caviglie all’interno, lasciare andare la presa delle mani.

Mantenere gli addominali durante l’esercizio.

Spingere in su il bacino cercando di fare meno pressione possibile sulle caviglie.

 

 

Stendere le gambe spingendo le punte dei piedi.

Sentire il peso che poggia tra le scapole a terra e lungo il colo.

 

 

 

Con entrambe le caviglie all’interno dell’amaca e le braccia aperte di lato, oscillare l’intero corpo da una parte all’altra, facendo perno sulle braccia.

 

 

 

 

Rivitalizzarsi

 

Sdraiarsi all’interno dell’amaca. (esercizio da svolgere con un partner)

 

Stimolando il flusso linfatico rivitalizzeremo e rinforzeremo dolcemente il nostro corpo e favoriremo la sua purificazione e la sua guarigione.

Svolgere l’esercizio in un luogo tranquillo, in un’atmosfera gradevole, con un po’ di tempo a disposizione.

 

L’utente è steso sulla schiena all’interno dell’amaca e respira tranquillamente. Il partner siede ai suoi piedi ed è centrato su di lui, respirando rilassatamente e concentrando per tutto l’esercizio l’attenzione sul secondo chakra.

Dopo un minuto circa di respirazione consapevole l’operatore tocca dolcemente con una mano il piede sinistro dell’utente, sotto la pianta.

Questo dirigerà lì il suo respiro, per circa tre minuti.

Si passerà quindi al piede destro con la stessa procedura.

Di seguito ai piedi, l’operatore poggerà una mano sul ginocchio sinistro e l’altra sotto, e l’utente dirigerà lì il proprio respiro per tre minuti ancora; di seguito il ginocchio destro.

Poi ancora sull’inguine sinistro; e il destro.

Ora la mano si poserà delicatamente sotto l’ascella sinistra per altri tre minuti, poi sotto la destra.

Infine l’operatore pone la mano sulla parte sinistra del collo del partner ed egli dirigerà lì il suo respiro. Per finire passare alla parte destra.

 

Alla fine dell’esercizio l’utente si troverà probabilmente in uno stato di profondo rilassamento. Si può coprirlo con una coperta e lasciarlo riposare per qualche miuto.

Dopo l’esercizio è consigliato un bagno caldo.

 

 

Meditazione

 

Ora chiudere gli occhi.

Attivare la respirazione quadrata.

Inala dal naso riempiendoti completamente dal basso all’alto (addome e poi torace)

Trattieni il respiro a polmoni pieni.

Esala dal naso profondamente (torace e poi addome)

Trattieni il respiro a polmoni vuoti.

I quattro atti respiratori: inalazione, ritenzione interna, esalazione, ritenzione esterna, devono avere la stessa durata.

Cerca di tenere un ritmo di respiro tale da non provare alcun senso di fatica, se senti che stai sforzandoti per trattenere il respiro, accorcia i tmpi delle ritenzioni e , conseguentemente, inalazione e  esalazione.

Continuando la respirazione quadrata porta l’attenzione al secondo chakra. Visualizza una luce arancione nella zona dei genitali e respira lì come se l’aria entrasse e uscisse attraverso la luce arancione, perforando il secondo chakra.

Ad ogni inalazione senti che, come se si aprisse un rubinetto, una cascata d’acqua invade il tuo essere e ad ogni esalazione senti l’acqua defluire dal tuo essere per ritornare al cosmo.

Medita sulla tua unione con l’acqua.

Medita sullo spirito libero, selvaggio e puro dell’acqua. Lo stesso bisogno dilibertà e purezza è presente nel tuo chakra pelvico, centro della tua energia sessuale.

Nel secondo chakra la censura, la condanna, la repressione della mente è assai pesante, il secondo centronha bisogno di essere purificato, liberato, rivitalizzato.

L’acqua è uno degli elementi che ti compongono, tu sei fatto di acqua.

Senti che, attraverso la tua respirazione e la tua disposizione interiore, stai purificando e iberando l’elemento acqua in te e nella natura.

 

TERZO CHAKRA

 

Questo Centro energetico è definito MANIPURA.

MANIPURA                SPLENDENTE

E’ localizzato nella zona del plesso solare.

E’ associato al tattva del Fuoco. Gli aspetti focosi della nostra natura compaiono ad esempio quando ci arrabbiamo e ci infuriamo, ossia quando ci scaldiamo emozionalmente. Quando questo succede possiamo facilmente individuare il centro del fuoco nel nostro corpo. Nella maggior parte delle persone esso è chiaramente collocato appena sopra l’ombelico. Dalla medicina psicosomatica sappiamo che chi ingoia spesso rabbia per lungo tempo si ammala di ulcera gastrica.

Il luogo in cui l’ulcera si sviluppa è significativo, ma lo è anche la tipologia dei sintomi della malattia, che è infatti di carattere infiammatorio.

La rabbia che non viene espressa è divorante.

 

Anche il fuoco divora i combustibili. E bruciando distrugge la loro forma e natura originarie e li riduce ai loro componenti di base. La legna bruciando diventa cenere, e la cenere contieni i minerali di cui la legna è fatta. Così l’energia del tattva del fuoco è un’energia trasformatrice.

Rappresenta sia l’aspetto costruttivo, la crescita e l’abbondanza, sia il decadimento, la distruzione, la caduta e il nuovo inizio che da essi origina.

Rappresenta un ciclo simile a quello delle stagioni.

L’intero processo digestivo è governato dal tattva del fuoco.

La forza distruttrice si trasforma in forza costruttiva. Attraverso la lotta, attraverso la distruzione del vecchio nasce infatti qualcosa di nuovo.

Queste sono le leggi del tattva del fuoco, e si rivelano a tutti i livelli: sia nell’utilizzazione del cibo da parte del corpo, sia a livello degli eventi esterni.

Non si deve necessariamente arrivare a delle “esplosioni”. Il fatto che ciò molto spesso accada ha a che fare con la brama di potere e con la volontà di dominio, le quali pure nascono in questo terzo centro energetico. Il piccolo IO, l’ego che qui risiede, può in questo modo ingigantirsi.

La brama di potere trasforma un piccolo fuoco in un gigantesco incendio.

Il potere ha a che fare con l’avidità e la cupidigia, con la volontà di possesso, e si basa essenzialmente sulla paura di non ricevere ciò che è necessario per vivere, la paura cioè di patire la fame o di rimanere in balia degli altri.

Il centro del fuoco  ha quindi molto a che fare con la consapevolezza di sé, del proprio valore, e ciò ad un livello molto profondo, un livello che ottiene il suo nutrimento dalle fondamentali energie positive del primo e del secondo chakra, ovvero sicurezza e fiducia di base. Se nell’essere umano esse vacillano, egli crede – erroneamente – di poter colmare questa mancanza attraverso la lotta.

 

L’elemento fuoco rappresenta la nostra azione verso l’esterno, la nostra spinta a modellare il mondo, la forza di affermazione, la volontà di rendimento e la capacità di raggiungere e, in casi estremi, superare i nostri limiti.

Esso ha quindi a che fare anche con la tendenza ad esigere troppo da se stessi. Rappresenta l’autoaffermazione, la volontà e capacità di rispondere a se stessi e di proteggere sé e gli altri. E sta per la capacità di porre dei limiti all’intrusione del NON-IO, cioè alle altre persone o alle pretese che provengono dall’esterno.

“Fin qui e non oltre” potrebbe essere il motto che descrive  questa tendenza alla delimitazione.

 

Il MANIPURA è il luogo delle emozioni, soprattutto della rabbia.

Se i nostri sforzi a delimitare l’ambiente intorno a noi sono accompagnati dalla paura o se veniamo spinti oltre un certo limite, fuggiamo o lottiamo.

L’emozione che si nasconde dietro alla lotta è la rabbia, l’ira, il furore.

Al centro del fuoco è associata la nostra aspirazione ad ottenere approvazione, la nostra capacità di godere, di sperimentare la ricchezza interiore ed esteriore e l’abbondanza, la capacità di essere soddisfatti, ossia di essere e diventare, in senso lato, sazi.

Le nostre avidità e cupidigie sono “di casa” qui, e di solito ci conducono all’insaziabilità, al non averne mai abbastanza, o al polo contrario, alla mortificazione, al non concedersi nulla e all’autonegazione dell’abbondanza.

Il nostro compito è quindi quello di bilanciare questi due poli.

Il tattva del fuoco il Sole da cui emanano calore e luce.

 

 

 

Simbolo

Il suo simbolo comprende, andando dall’esterno all’interno, un fiore a dieci petali con inscritto un triangolo a punta in giù.
Il numero 10 espresso dai petali del fiore è il numero perfetto che dà la conoscenza di sé e del mondo.
Nell’alchimia è il simbolo del fuoco.
Il triangolo è il fuoco ardente, ed essendo il suo elemento proprio il fuoco, si può ritenere che il triangolo qui raffigurato, anche se a volte presenta la punta in giù, simboleggi dal punto di vista materiale proprio il potere del fuoco con la sua capacità di distruggere e trasmutare ogni materia, separandone le componenti o coagulandole, riunendole insieme.
Il colore del terzo chakra è il giallo.

La sillaba che corrisponde alla sua vibrazione è RAM.

 

 

 

Essenze

 

Poiché il colore del terzo chakra è il giallo, molti oli essenziali adatti a sanarlo sono proprio oli gialli!

In particolare, oli particolarmente adatti a stimolare il sistema digestivo sono:

rosmarino – aiuta a superare la mancanza di iniziativa;

bergamotto – aiuta la concentrazione;

limone  energizza il plesso solare ed è un buon aiuto per il sistema digestivo e la cistifellea; inoltre stimola il fegato e detossifica il corpo (ricorda che come molti oli estratti di agrumi- è fototossico, quindi non esporti al sole subito dopo averlo applicato sulla pelle);

zenzero – tonico dell’intestino, aiuta a calmare il senso di nausea;

E invece per rilassare e calmare:

vetiver – ci rilassa e ci riporta alla nostra natura piè profonda;

lavanda – calmante, rilassante, aiuta a digerire le emozioni bloccate.

 

 

 

 Tavola riassuntiva di Manipura

 

 

Funzione Psicologica Capacità di provare piacere, espansività, consapevolezza della vita, azione, volontà
Associazione Sensoriale Vista
Sistemi  Associati Milza, colon trasversale, fegato, stomaco, intestino tenue
Nervi Plesso Solare
Ghiandole Pancreas
Elementi Fuoco
Colori Giallo
Nota Musicale Mi
Cristallo Tutte le pietre gialle, in particolare la Calcite, il Citrino, il Topazio
Profumo Bergamotto, Limone, Rosmarino
Bijamantra Ram

ENERGIZZAZIONE DEL TERZO CHAKRA IN AMACA

 

 

Useremo un’amaca Assenza di gravità zionale di colore giallo e prepareremo il setting accendendo un incenso per purificare l’ambiente. In precedenza avremo decorato una parete con l’immagine simbolica del Terzo Chakra.

 

Per potenziare il lavoro sul terzo chakra e andare in risonanza con esso ,sceglieremo un olio essenziale terzo chakra e inviteremo l’utente a metterne una goccia sul plesso solare, accompagnando l’applicazione con leggeri movimenti circolari.

 

 

 

Addominali in tavola frontale

 

Iniziare dalla posizione “seduti a terra” con i polsi avvolti nel tessuto.

Premendo i piedi a terra, sollevare i fianchi in modo che siano paralleli e in “tavola” con il pavimento.

 

 

Rilassare le spalle, appendersi con le mani e lasciarsi andare alla gravità.

Sollevare in alto il petto tirando le spalle indietro e mantenere la posizione per un minuto.

Superman

 

Iniziare con l’appendersi sui fianchi coinvolgendo la parte addominale per proteggere la parte bassa della schiena, mentre si sollevano le gambe e il busto.

 

 

Rimanere in tensione dalla punta della testa fino alle estremità dei piedi, con le gambe unite e il tessuto all’altezza delle creste iliache, tenendosi in equilibrio con l’aiuto delle mani.

Lasciare la presa con una mano e portare un braccio in avanti per sperimentare l’equilibrio. Tenere il più possibile la posizione e poi provare con l’altro braccio.

Una volta presa confidenza con la posizione, lasciare entrambe le braccia e portarle all’altezza del petto prima, poi sollevarle verso il soffitto.

 

Per uscire dalla posizione, rimettere entrambe le mani sul tessuto all’altezza dei fianchi e portare i piedi a terra.

 

 

 

Meditazione del Fuoco

 

Usare le strutture mobili per rendere operative delle amaca Assenza di gravità zionali riunite attorno ad un fuoco, in un luogo all’aperto.

Tutti, anche gli scettici, possono facilmente sperimentare la forza purificatrice e guaritrice del fuoco.

Seduti per almeno 15 minuti, sospesi di fronte ad un fuoco. Le amache dovrebbero essere a poca distanza dal suolo e le fiamme dovrebbero essere più alte possibile, all’altezza delle teste delle persone.

Guardare le fiamme potenzia l’effetto della meditazione.

Meditare sulla luce è una delle più efficaci e potenti forme di meditazione.

 

 

 

Attivare la respirazione a mantice.

Inala profondamente e lentamente attraverso il naso. Contrai imuscoli addominali in modo da spingere la pancia verso l’interno, ciò provoca l’uscita dell’aria dal corpo in modo rapido attraverso la bocca.

Portare l’attenzione al terzo chakra, nel plesso solare, di colore giallo.

Respirare energia di colore giallo come se l’aria entrasse e uscisse dal terzo centro, perforandolo.

La respirazione a mantice è molto potente giacché l’esalazione è forzata dalla contrazione degli addominali.

Questa respirazione pulisce il corpo dalle tossine, lo ossigena profondamente stimolando la respirazione interna, cellulare.

Essa sviluppa la presenza dell’elemento fuoco nelle cellule.

Medita sulla tua unione col fuoco; sul potere della trasformazione propria di questo elemento.

Questo potere è anche in te, poiché tu sei composto anche da fuoco.

Il terzo chakra governa il potere della volontà personale, la tua volontà, come le fiamme del fuoco, deve andare verso l’alto, verso l’evoluzione.

L’elemento fuoco rappresenta la forza della trasformazione evolutiva e l’aspirazione spirituale alla crescita, al divenire.

Senti che, attraverso la tua respirazione e la tua disposizione interiore, stai accrescendo in te e nella natura la presenza e il potere dell’elemento fuoco.

 

 

 

QUARTO CHAKRA

 

Il quarto centro energetico è situato nella zona del cuore.

Il suo nome sanscrito è ANAHATA ed esprime lo stato in cui “lo yogi percepisce per la prima volta il suono Shabda-Brahma, il suono prodotto senza che due cose sbattano l’una contro l’altra” – come normalmente avviene.

Shabda “suono” , Brahma “ Dio creatore”, è il suono originario.

ANAHATA                           NON COLPITO

Quando lo yogi, nella sua salita lungo l’albero della conoscenza, ha raggiunto ANAHATA è evidentemente ad un livello già molto avanzato, perché percepisce interiormente la “forma premateriale” di questo suono, ha superato cioè una soglia, quella che separa il mondo materiale da quello immateriale.

Bisogna infatti ricordare che l’intero modello dei chakra era originariamente un sistema per l’istruzione dello yogi.

Il Quarto chakra si trova in un luogo di particolarmente significato; esso sta al centro dei sette chakra ed è il chakra che equilibra i tre centri superiori, che rappresentano le forze spirituali, e i tre centri inferiori, che esprimono le forze maggiormente legate alla materia.

Raggiungono qui la loro armonia il polo del Sopra, del pensiero, del giudizio e del controllo, e il polo del SOTTO, delle avidità, delle passioni e degli istinti.

Infatti il tattva del quarto centro è l’elemento ARIA.

L’aria si espande nello spazio, riempie tutto e dà spazio alle diverse forze le quali possono esistere una accanto all’altra, o anche insieme; la lotta non è necessaria o non deve necessariamente avvenire perché c’è abbastanza spazio per non scontrarsi.

L’aria è il più sottile e il meno compatto dei quattro elementi classici.

E’ mobile, volatile e permeabile e a differenza degli altri tre, non oppone eccessiva resistenza a chi si muove in essa.

Il tattva dell’aria viene definito incolore e inodore, nel senso che non si può vedere, gustare o annusare. Quando sembra di poter annusare l’aria è perché essa trasporta odori, e se sembra di vederla, è perché trasporta polvere, fumo o vapore.

L’aria possiamo “sentirla”. L’organo preposto a questo è la pelle, l’organo del tatto.

La pelle è l’organo del contatto, avvolge tutto il corpo e segna il confine tra il dentro e il fuori, tra il nostro corpo e ciò che lo circonda.

La vita si nutre di questo scambio tra dentro e fuori, tra il nostro e l’altrui. I polmoni e la loro funzione  sono soggetti al campo di forza di ANAHATA.

Attraverso il respiro assumiamo il PRANA, la forza vitale. I polmoni sono, come la pelle, organi di contatto.

Ma contatto significa anche rischio, a tutti i livelli, anche rischio psicologico. Dobbiamo infatti uscire dalla nostra sicura fortezza e aprirci per poter accogliere l’esterno. Questo comporta paura perché ci rende vulnerabili.

Gestire questo confine tra dentro e fuori è molto delicato.

Se veniamo travolti da un’ondata di richieste di contatto (come ad esempio può avvenire nella vita professionale) possiamo diventare vittime del famoso fenomeno dello stress. A livello fisico lo avvertiamo soprattutto nel torace, ed una delle sue peggiori conseguenze è l’infarto.

Ma anche in un altro senso si chiede troppo alla nostra capacità di accogliere e assimilare ciò che viene dall’esterno. Si pensi all’allergia. Essa comprende in generale tutte le reazioni di difesa che il corpo mette in campo per difendersi dall’aggressione di corpi estranei. Le reazioni allergiche si manifestano nei nostri organi di contatto, la pelle e i polmoni, e ne soffrono soprattutto i bambini, molto più aperti degli adulti nei confronti del mondo esterno.

 

ANAHTA, il centro del cuore, è anche il centro del sentimento.

Siamo esseri senzienti; questo significa che non solo abbiamo la capacità di sentire in qualche luogo dentro di noi, ma anche tutto intorno a noi, lungo il nostro “confine” con gli altri e con il mondo.

L’Anahata rappresenta i sentimenti più sottili, l’energia dei sentimenti.

“L’energia dei sentimenti è volatile, quasi inafferrabile ed è paragonabile al vento che muove le foglie. Essa non costringe, eppure ha la forza di commuovere, di aprire e di cambiare. All’energia emozionale del terzo chakra corrisponde il grido aggressivo o l’azione potente. All’energia dei sentimenti corrisponde invece il sospiro liberatorio che toglie il peso dal petto ed aiuta a liberarsi di ciò che pesa in modo spesso indefinibile su di noi”. (Johannes Walter)

 

Sentire significa aprirsi, fare spazio, cogliere, permettere. La zona del torace rappresenta l’ampiezza in cui può trovare spazio la tristezza, in cui trova posto il desiderio e la mestizia, ma anche la simpatia, l’affetto, la gioia e la beatitudine.

Da qui proviene la nostra compassione verso gli altri esseri umani e verso tutti gli esseri: e il cuore ne è il simbolo.

Il cuore è anche il simbolo dell’amore, che è la forza misteriosa di cui tanto si è parlato, scritto, cantato, ma nel cui nome troppe persone esercitano pressione sugli altri.

ANAHATA è anche il centro della guarigione.

Sappiamo che i sintomi di una malattia possono sparire se ci apriamo e lasciamo andare le tensioni fisiche o psichiche, o i pensieri e gli atteggiamenti che ci fanno ammalare.

In questo senso il quarto centro, dell’amore e della guarigione, è forse il più importante lungo l’albero della conoscenza.

 

 

 

Simbolo

Il Loto del cuore ha dodici petali. Il dodici è considerato il numero della perfezione. In esso è contenuto il quattro, numero della terra, e il tre, simbolo dello spirito.

Il dodici è un numero solare; l’anno ha dodici mesi e il giorno ha due volte dodici ore.

Aggiungendo ai dodici petali il centro del loto, si ottiene il numero tredici, il numero della Luna, il numero del matriarcato.

All’interno ci sono due triangoli che lo compongono, uno che proviene dall’alto e uno che proviene dal basso, e si compenetrano. I due poli, SOPRA e SOTTO, raggiungono l’armonia.

Il colore è il Verde. La vibrazione è YAM.

Essenze

Nel corpo fisico, questo chakra corrisponde al cuore ma anche ai polmoni e al sistema immunitario. Si consiglia di associare al quarto chakra le essenze:  melissa per calmare le tensioni emotive ed è particolarmente utile nei casi di stress cardiovascolare, il legno di sandalo che allevia paura ed egoismo, il pino e il caprifoglio per imparare ad esprimere i sentimenti e contro la freddezza; ma sicuramente l’olio più conosciuto per aprire il cuore è quello di rosa meglio se di Damasco. Altre essenze da citare sono: Gelsomino, Mirto, Neroli, Tuberosa.

 

Tavola riassuntiva di Anahata

Funzione Psicologica Sentimenti d’amore per gli esseri umani, apertura alla vita, relazioni, donare
Associazione Sensoriale Tatto
Sistemi  Associati Cuore, bronchi, apparato respiratorio, nervo vago
Nervi Plesso Cardiaco
Ghiandole Timo
Elementi Aria
Colori Verde
Nota Musicale Fa
Cristallo Tutte le pietre verdi, in particolare la Avventurina, la Tormalina
Profumo Mirto, rosa, geranio
Bijamantra Yam

 

 

ENERGIZZAZIONE DEL QUARTO CHAKRA IN AMACA

 

 

Useremo un’amaca Assenza di gravità zionale di colore verde e prepareremo il setting accendendo un incenso per purificare l’ambiente. In precedenza avremo decorato una parete con l’immagine simbolica del Quarto Chakra.

 

Per potenziare il lavoro sul quarto chakra e andare in risonanza con esso ,sceglieremo un olio essenziale quarto chakra e inviteremo l’utente a metterne una goccia sul cuore, accompagnando l’applicazione con leggeri movimenti circolari.

 

 

Arco da seduti

 

Portate il tessuto dietro e sotto le braccia; sentite il sostegno, regolate l’altezza se necessario in modo che passi comodamente dietro la parte scapolare.

 

Mettere le braccia sopra la testa e far scorrere una mano sul dorso dell’altra, facendole coincidere tra loro. Stringere i gomiti in modo che la testa risulti nel mezzo.

 

 

 

Solleva il petto spingendo i gomiti e la schiena all’indietro. Spingere il coccige perpendicolarmente verso terra.

 

 

 

 

 

 

 

Arco

 

Con il tessuto aperto per circa la metà, mentre ci si tiene con le mani, spostarsi con il peso all’indietro spostando delicatamente la testa e lasciandola andare. Stendere la punta dei piedi. Continuare a lasciare andare il busto verso il basso fini a sentire il tessuto scorrere fino alla base del sacro, senza lasciare la presa delle mani.

Gradualmente lasciare le mani verso il pavimento e raggiungere le caviglie.

Flettere i piedi a martello

 

 

Meditazione

 

Ora chiudere gli occhi.

Attivare la respirazione circolare.

Inala ed esala ininterrottamente, in modo profondo e non rallentato, attraversola bocca.

Non fare mai pause tra inalazione ed esalazione e viceversa, così da avere la sensazione che la respirazione si muova in un cerchio ininterrotto.

Continuando  a respirare porta l’attenzione al quarto chakra, sul cuore, centro di colore verde, acquamarina.

Visualizza il colore acquamarina nel plesso cardiaco come se l’aria entrasse e uscisse attraverso la luce, perforando il quarto chakra.

Medita sulla tua unione con l’aria.

L’ossigeno dell’aria è ovunque, nella terra, nell’acqua, nel fuoco; l’aria è la vita che permea di sé la materia, la vita è amore e creatività.

Il tuo chakra del cuore governa la tua capacità di amare, i tuoi sentimenti più elevati e il tuo potere creativo.

Medita sul potere della fantasia e dell’amore presenti nella natura e aspira a risvegliare il più possibile questi poteri entro il tuo chakra del cuore.

Dialoga con lo spirito dell’aria, lascia che ti accarezzi, ti culli, ti pervada e ti guidi.

 

 

 

Il Sorriso

 

Distendersi nell’amaca.

Scuotere le membra e tutto il corpo per sciogliere le tensioni.

Sciogliere soprattutto le mascelle, prima sbattendo dolcemente e velocemente i denti per circa 20 secondi; successivamente muovere la lingua nel cavo orale per circa 30 secondi.

Lasciandosi ispirare dall’immagine del  Buddha, modellare le labbra in un sorriso, un sorriso visibile all’esterno ma rivolto soprattutto all’interno.

Dopo un po’ si avvertirà del calore. Indirizzare questo calore e il senso di immensità che lo accompagna, al cuore. Mentre ciò accade rivolgere l’attenzione al dolce fluire del respiro, per il tempo che si desidera.

Se si percepiscono parti del nostro corpo bloccate, indirizzare questa energia e questo sorriso.

Questo esercizio, se percepito come piacevole, può essere praticato tutti i giorni.

  

QUINTO CHAKRA

 

 

IL QUINTO CHAKRA SI TROVA NELLA ZONA DELLA GOLA. Con Esso abbiamo raggiunto un importante livello salendo lungo l’albero della conoscenza, perché segna il passaggio dal non-manifestato al manifestato.

A questo centro corrisponde l’elemento ETERE, AKASHA.

VISUDDA                     VIBRAZIONE

La vibrazione, il suono, la parola articolano i pensieri e i pensieri diventano materia attraverso le parole.

E’ nostra esperienza quotidiana che le parole creano la realtà. Parole di odio creano conflitti, parole di moderazione creano equilibrio ed armonia.

La parola fa da mediatore tra spirito e materia.

Il quinto chakra è quindi il mediatore tra i chakra della zona della testa (sesto e settimo), e gli altri.

La vibrazione e il suono agiscono in modo molto intenso sul nostro corpo. L’intero nostro organismo è come uno strumento sensibile in costante vibrazione; assorbe vibrazioni e da esse può essere fortemente influenzato, in senso positivo o negativo.

I suoni possono infatti renderci aggressivi, o calmarci, sciogliere tensioni e paure.

Nel suono coagiscono diversi elementi, come il ritmo, la melodia, l’armonia, l’altezza del suono, il tono specifico dello strumento o della voce e i suoni armonici che ne derivano.

Se ci sintonizziamo consapevolmente su suoni e musica con il centro del nostro cuore, possiamo sentire con precisione quale vibrazione o musica ci fa stare bene.

Con i suoni possiamo influenzare positivamente i singoli chakra; ad esempio i suoni di media tonalità degli strumenti a corda (viole, violini, chitarra, liuto) agiscono sul cuore; i suoni del flauto influenzano la zona della gola, il trombone e il corno la regione del plesso solare.

Gli organi sensoriali con cui percepiamo le vibrazioni e i suoni sono le orecchie; il corrispondente organo esecutivo è la voce.

Il Visuddha dà espressione alle energie di tutti gli altri chakra: ai sentimenti di tenerezza (quarto), all’aggresività (terzo), alla paura (primo e secondo), e anche a pensieri e idee (sesto) e alle preghiere (settimo).

Qui nella zona della gola questi sentimenti e pensieri possono anche essere letteralmente “soffocati”, e questo equivale a soffocare la nostra vitaltà.

Il quinto chakra ha a che fare con il dare forma, l’avere e il mantenere la veduta di insieme, il trovare la giusta misura, riconoscere  il proprio e l’altrui valore.

Ha a che fare quindi con il trovare se stessi, il divenire adulti; con la volontà e la disponibilità ad assumersi la responsabilità per s stessi e per gli altri. Tutti campi in cui c’è sempre molto da imparare, ad esempio per non diventare adulti rigidi, arroganti che hanno dimenticato che l’umiltà non è debolezza, indecisione o mancanza di volontà, ma è coraggio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Simbolo

 

Il loto del quinto centro ha sedici petali; in quanto suoni esprimono tutte le sedici vocali dell’alfabeto sanscrito, il colore è grigio blu. Il numero 16 evidenzia anche la natura sonora del chakra della gola.

Al centro del loto troviamo la bianca regione dell’etere che assomiglia ad una luna piena e che molti associano alla purezza e alla purificazione.

Il suono del quinto centro è HAM.

 

 

 

Essenze

 

Il quinto chakra è situato alla base del collo e rappresenta comunicazione e creatività.

Uno degli elementi associati a questo chakra è l’ETERE

Il chakra della gola è connesso al pianeta MERCURIO

Si consiglia di associare le essenze: Achillea, Camomilla blu, Camomilla romana, Cipresso, Eucalipto, Geranio, Niaouli, Origano, Ravensara.

Tavola riassuntiva di Vishudda

 

Funzione Psicologica Capacità di recepire e assimilare, abbondanza
Associazione Sensoriale Udito
Sistemi  Associati Gola, tonsille, laringe, corde vocali, esofago
Nervi Plesso Cervicale
Ghiandole Tiroide
Elementi Etere
Colori Azzurro
Nota Musicale Sol
Cristallo Tutte le pietre azzurre, in particolare la Sodalite, il Calcedonio
Profumo Lavanda, Eucalipto, Neroli
Bijamantra Ham

 

ENERGIZZAZIONE DEL QUINTO CHAKRA IN AMACA

 

 Useremo un’amaca Assenza di gravità zionale di colore blu e prepareremo il setting accendendo un incenso per purificare l’ambiente. In precedenza avremo decorato una parete con l’immagine simbolica del Quinto Chakra.

 

Per potenziare il lavoro sul quinto chakra e andare in risonanza con esso ,sceglieremo un olio essenziale quinto chakra e inviteremo l’utente a metterne una goccia sulla gola, accompagnando l’applicazione con leggeri movimenti circolari.

Galleggiante

 

In piedi nell’amaca, rivolti lateralmente; spingere il tessuto in modo da averlo di fronte e tenerlo con una mano sopra la testa e l’altra davanti al petto.

I talloni devono essere rivolti all’interno e le punte dei piedi all’esterno.

Lasciare la testa libera dalla parte che si preferisce.

La gamba che era piegata ora dovrà andare in avanti, sentendo la spalla premere in opposizione sul tessuto. Scivolare lentamente in orizzontale. Rimanere in equilibrio tra i due punti: spalla e piede.

Ora mettere le mani dietro la testa per rilasciare i muscoli del collo.  Alzando le mani lungo il tessuto inarcare la schiena spingendo la testa verso il basso in modo da sentire liberarsi gola e collo.

Meditazione

 

Posizione dell’appeso.

 

Respirare. Vibrare l’OM.

Visualizzare il quinto chakra nella gola; una sfera blu. Respirare aria di colore blu mandando energia di questo colore al quinto centro.

Visualizzare un tunnel di luce blu e attraversarlo. All’uscita del tunnel si apre un cielo blu e io posso lasciarmi andare nell’etere, leggerissimo.

Cercare il contatto con noi stessi e la nostra modalità di comunicare. Cosa dobbiamo dire, dirci? Come diamo e riceviamo la comunicazione?

Accogliamo eventuali visualizzazioni e emozioni.

Torniamo lentamente a noi stessi, disegniamo un otto di luce sul quinto chakra e lentamente torniamo alla posizione eretta facendo fluire il sangue in giù.

 

 

Respirazione di consapevolezza

 

Rilassarsi distesi in amaca.

Attivare la respirazione di consapevolezza.

La respirazione di consapevolezza è molto dolce, simile a quella circolare, meno profonda.

Respirare attraverso la bocca in maniera poco più profonda rispetto alla propria respirazione spontanea.

Non fare mai pause tra inalazione ed esalazione e viceversa, così da avere la sensazione che la respirazione si muova in un cerchio ininterrotto.

Continua a respirare portando l’attenzione al quinto chakra, che governa il linguaggio, la più evoluta espressione della vita nella natura terrestre. Il linguaggio è la prerogativa umana che rende gli esseri umani capaci di creare una società, una cultura, una storia.

Senti l’aria entrare e uscire attraverso il centro della gola, dove visualizzerai una luce blu.

L’elemento del quinto centro è l’Etere, lo Spazio che sarà lo schermo su cui si riflettono tutte le forme dell’esistenza, compresa quella umana.

Medita sulla tua condizione di essere umano dotato della possibilità di comunicare e pensare mediante le parole.

 

 

 

 

 

 

SESTO CHAKRA

 

Al centro delle sopracciglia, circa due cm dietro la fronte, si trova il sesto centro energetico.

Siamo tornati al luogo in cui la legge fondamentale della creazione, la polarità, trova la sua prima configurazione. Ciò risulta evidente dalla forma del loto: esso ha due petali a significare che l’unità originaria è diventata polarità originaria, dalla quale nascono tutte le molteplici forze polarizzate della creazione materiale.

Questa dualità è rintracciabilissima nel nostro corpo: 2 occhi, 2 orecchie, 2 narici, 2 braccia, 2 gambe, e anche gli organi che non sono doppi ma hanno una parte dx e una sx, una superiore e una inferiore, avanti e dietro.

Il nostro sesto chakra, terzo occhio, ci mostra sia la polarità originaria, che la possibilità di superarla; noi esseri umani possiamo così vedere anche l’unità. Un vedere che è RICONOSCERE, diventare consapevoli della nostra vera natura.

La consapevolezza è presente in noi in ogni cellula e il centro che rappresenta questa forza è il sesto, AJANA.

AJANA                             INARICO RICEVUTO DALL’ALTO

Ajana è considerato il centro del nostro pensiero e delle nostre funzioni mentali; governa i cinque chakra inferiori e dà loro “istruzioni”.

Anche l’ipofisi, che si trova nella zona d’irradiazione di Ajana, ha la “funzione di dare istruzione” alle ghiandole endocrine periferiche associate ai cinque chakra inferiori, perché ne stimola la secrezione.

A questo scopo l’ipofisi è strettamente collegata dal punto di vista funzionale e morfologico all’ipotalamo.

Il sesto chakra raccoglie anche le forze della consapevolezza dei cinque chakra inferiori.

Ma sappiamo che la nostra consapevolezza può arrivara molto più lontano, cioè alla consapevolezza universale, creatrice.

Questo livello di consapevolezza che tutto unisce, negli antichi testi viene definito MANAS.

Manas è il mediatore tra consapevolezza del pensiero, dell’io e del sé, e consapevolezza universale. Possiamo entrare in contatto con la consapevolezza universale se interiormente siamo calmi e cessiamo ogni attività mentale. Lo strumento efficace per fare questo è la meditazione e la recitazione di Mantra.

 

 

Simbolo

 

Il loto a due petali è simbolo della polarità della creazione, e i due petali, essendo una a destra e uno a sinistra, ci fanno pensare ai due emisferi del cervello in cui la polarità è diventata materia. L’unità originaria è invece rappresentata dal cerchio da cui nascono i due petali.

Il loto è bianco e luminoso, come una luce abbagliante. Il bianco rappresenta l’unità di tutti i colori.

Il sesto chakra è comunque associato al colore indaco, che stimola le facoltà mentali.

La sua vibrazione è il suono originario dell’OM, che secondo i Veda ha dato origine a tutta la creazione.

 

 

Essenze

 

Si sposano bene Achillea, Albero del Tè, Alloro, Angelica, Elicriso, Galbano, Gelsomino, Ginepro bacche, Palmarosa, Timo.

 

 

Tavola riassuntiva di Ajna

 

Funzione Psicologica Capacità di mettere in pratica le idee, di comprendere e visualizzare i concetti mentali
Associazione Sensoriale Tutti, e le Percezioni Extrasensoriali
Sistemi  Associati Parte inferiore del cervello, occhi
Nervi Plesso Carotideo
Ghiandole Ipofisi
Elementi Luce
Colori Indaco
Nota Musicale La
Cristallo Tutte le pietre indaco/viola, in particolare l’Ametista, la Fluorite
Profumo Menta, Mirra
Bijamantra Aum

 

 

ENERGIZZAZIONE DEL SESTO CHAKRA IN AMACA

 

 

 

Useremo un’amaca Assenza di gravità zionale di colore indaco e prepareremo il setting accendendo un incenso per purificare l’ambiente. In precedenza avremo decorato una parete con l’immagine simbolica del sesto Chakra.

 

Per potenziare il lavoro sul sesto chakra e andare in risonanza con esso ,sceglieremo un olio essenziale sesto chakra e inviteremo l’utente a metterne una goccia sul terzo occhio, accompagnando l’applicazione con leggeri movimenti circolari.

 

 

 

 

 

 Inversione

 

Per fare questa inversione è necessario avere molta pratica con l’amaca e conoscere passo passo le strategie di entrata e uscita dal tessuto, con riferimento al libro “Divertiti,allenati, ringiovanisci con le discipline aeree nell’amacaAssenza di gravità vità” di Enrico Valbonesi.

 

Restare in questa posizione per alcuni minuti in modo da irrorare e ossigenare la ghiandola pineale. Con l’esercizio quotidiano si prolungheranno i tempi di durata.

 

  

Aquila

 

Da un’inversione classica continua ad intrecciare le gambe cercando di mettere un piede dietro al polpaccio; mantenere i piedi rivolti verso il soffitto.

Incrociare le braccia davanti al viso, all’altezza dei gomiti e unire le palme una contro l’altra.

 

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In questa posizione lasciare fluire il respiro spontaneo dal naso, concentrandosi sul terzo occhio. Visualizzare in questa area una luce bianca.

Al sesto centro non è correlato nessun elemento, poiché esso si trova oltre tutti gli elementi che compongono l’esistenza, così come si trova al di sopra di tutti i chakra.

Il sesto chakra governa il pensiero e la buddhi, la parte più elevata della mente pensante; l’intelligenza e l’intuizione.

Grazie alla propria intuizione l’uomo è capace di trascendere tutte le forme dell’apparenza che appartengono all’esistenza e concepire l’idea del Tutto, o del Nulla, che ha sede oltre il divenire dell’esistenza, nell’immobilità senza forma.

L’uomo è in grado di intuire, dentro e fuori della natura, l’esistenza di un principio Divino dal quale egli sente di provenire e al quale sente di dover fare ritorno mediante il processo evolutivo della vita.

 

Medita sulla presenza divina in te, nella nature e oltre la natura, senti la presenza divina nella terra, nell’acqua, nel fuoco, nell’aria e nello spazio, ma intuiscila esistere anche oltre tutti gli elementi, come il Nulla Splendente da cui ogni cosa ha origine e in cui ogni cosa ha fine.

Dialoga con lo Spirito del Nulla e lascia che esso ti possegga e ti faccia da maestro.

 

 

 

SETTIMO CHAKRA

 

Colui e colei che cercano hanno raggiunto la cima dell’albero della conoscenza, sono arrivati Sopra, sono tornati a casa come il figliol prodigo. Hanno raggiunto il livello del SATA-CHITA-ANANDA, della verità, del puro essere e della beatitudine.

In noi, che siamo immagini delle leggi cosmiche, questo paradiso viene rappresentato dalla sommità del capo, dal tetto del cranio che protegge il nostro mistico organo della luce, divenuto materia nell’ipifisi. Dal settimo chakra è iniziato il nostro viaggio nella materia. Ora siamo tornati all’unità, nella luce. La nostra consapevolezza è purificata.

Lo yogi ha raggiunto nel settimo centro, SAHASRARA, il livello dell’assoluta verità.

Egli riconosce chi è veramente, che la sua vera natura è supremo spirito, Paramatma.

Il Sahasrara è il luogo in cui in noi l’individuale e il sovraindividuale si incontrano.

Se impariamo a sintonizzarci con il settimo chakrain modo completamente rilassato, senza sforzo e secondi fini, da esso riceveremo, attraverso l’intuizione, messaggi, indicazioni ed aiuti.

 

Simbolo

 

Nel settimo chakra è contenuta l’energia di tutti e sei i centri energetici inferiori.

Il loto dai mille petali, bianco splendente, esprime questo. Il bianco indica l’idea originaria, innocente e in forma di luce, della creazione; il numero mille indica l’infinita varietà in cui si manifesterà l’impulso creatore.

Il Centro Coronale o Settimo Chakra è collocato nell’area limbica del cervello.

Nel punto cardine del Settimo Chakra troviamo un loto più piccolo a dodici petali in cui è inscritto il triangolo chiamato Kamakala, che simbolicamente raffigura la Forza Cosmica. Il Chakra della Corona trova posto nella ghiandola pineale ed è costituita da un unico polo. Il Settimo Chakra è di Colore Viola ed è orientato in senso verticale. È il Chakra che gestisce il contatto con la Conoscenza Divina.

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Essenze

 

Si associano Angelica, Elemi, Incenso, Issopo, Lavanda, Mirra, Noce moscata, Pepe nero.

 

 

 

 

Tavola riassuntiva di Sahasrara

 

Funzione Psicologica Integrazione tra la personalità globale, la vita e gli aspetti spirituali dell’umanità, coscienza universale
Associazione Sensoriale Empatia
Sistemi  Associati Corteccia cerebrale, sistema nervoso centrale
Nervi Cervello
Ghiandole Pineale
Elementi Pensiero
Colori Bianco
Nota Musicale Si
Cristallo Tutte le pietre bianche, in particolare il Quarzo
Profumo Alloro, Incenso, Loto
Bijamantra Ne suono ne colore

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ENERGIZZAZIONE DEL SETTIMO CHAKRA IN AMACA

 

 

 

Useremo un’amaca Assenza di gravità zionale di colore viola e prepareremo il setting accendendo un incenso per purificare l’ambiente. In precedenza avremo decorato una parete con l’immagine simbolica del settimo Chakra.

 

Per potenziare il lavoro sul settimo chakra e andare in risonanza con esso ,sceglieremo un olio essenziale settimo chakra e inviteremo l’utente a metterne una goccia sulla fontanella, accompagnando l’applicazione con leggeri movimenti circolari.

 

 

 

 

Meditazione

 

 

Distesi in amaca.

Respirando spontaneamente, vuotare la mente.

Immaginate una cascata di luce dorata entrare in se stessi dall’alto, dal settimo chakra.

Questo centro abbiamo visto rappresenta l’apertura dell’uomo verso i regni dello spirito, mette in comunicazione l’essere umano con i poteri superiori dello spirito.

Lasciare che l’energia dorata, che rappresenta la Forza della Madre, entri in sé fino a inondare tutto il corpo.

In effetti questa forza è la sola che può veramente guarire la terra, l’acqua, il fuoco, l’aria e lo spazio che compongono te e tutto il tuo pianeta.

 

Ora fatti canale. Lascia che l’energia della madre attraverso di te raggiunga tutta la natura e le sue creature, portando ovunque la forza della trasformazione, il potere dell’evoluzione.

 

Resta in questa fase quanto ritieni necessario, entrando in stati meditativi sempre più profondi.

 

 

 

PULIZIA DEI CHAKRA CON LA VIBRAZIONE DELLE VOCALI E DEI MANTRA

 

Sdraiarsi nell’amaca o sedersi nell’amaca a culla o nella posizione del loto.

Chiudere gli occhi e respirare per alcuni minuti.

Vibrare l’Om.

Quando ci si sente pronti vibrare le 5 vocali. 5 vocali per i primi 5 chakra.

A

E

I

O

U

All’inizio le emissioni saranno molto intense. Lo scopo è quello di “fare pulizia”, mandare fuori, pulire, pulirsi.

All’inizio prolungare l’emissione di ogni vocale. Successivamente emetterle più velocemente, quasi in sequenza.

Dopo circa 5/7 minuti passare a vibrare i mantra.

LAM – 1°chakra

VAM – 2° chakra

RAM – 3° chakra

IHAM – 4°chakra

HAM – 5° chakra

OM – 6° e 7° chakra

 

Vibrare i Mantra per alcuni minuti. Lentamente tornare alla respirazione e con il proprio tempo riaprire gli occhi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONCLUSIONI

 

In conclusione mi sento di dire che le tecniche di energizzazione dei chakra sono delle pratiche semplici e al tempo stesso fondamentali per l’equilibrio psicofisico della persona.

Ormai da anni le pratiche olistiche che conduco su me stessa mi hanno dato prova dei progressi possibili sul piano del benessere e della consapevolezza individuali.

I nostri centri energetici, se  opportunamente allenati e stimolati, possono aprirci varchi verso l’infinito e aiutarci nel cammino in questa vita, dandoci preziosi indizi sulla direzione da seguire e su cosa lavorare per migliorare e sbloccare grovigli energetici.

In questa fase della mia vita per esempio, è giunto il momento di lavorare sul quarto chakra, il cuore verde.

Pur percependo qualcosa di molto doloroso in questo centro, un vero pugnale conficcato nella schiena, all’altezza del cuore, la fiducia che ormai nutro riguardo queste pratiche, mi infonde una profonda volontà di andare avanti, di vedere. Trovo la forza per affrontare questo buio, sicura di poter riaccendere una luce ancora più splendente.

 

Quello che ritengo fondamentale nel mio percorso olistico, nel momento in cui mi rivolgo ad un utente, è il fatto di proporre percorsi sempre sperimentati in prima persona, per poter dare garanzia di supporto e sostegno.

 

L’augurio che faccio a me stessa e a tutte le persone che incontrerò nel mio cammino olistico, è quello di trovare sempre la fiducia, il coraggio e la volontà di andare oltre il quotidiano, per ridare voce a tutte quelle energie sottili spesso assopite dentro di noi.

 

Bibliografia

 

  • Divertiti, allenati, ringiovanisci con le discipline aeree nell’amaca Assenza di gravità vità
  1. Valbonesi
  • Yoga sciamanco Calloni
  • Far esperienza con i Chakra Walter
  • Guarire con il sistema corpo specchio Brofman
  • Le dee dentro la donna S. Bolen
  • Chakra frequencies Goldman e A. Goldman
  • Metamedicina Rainville
  • Il tuo sacro io W. Dyer
  • I chakra Albanese Cella Zanchi

 

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